“Come tutti gli altri candidati sindaci sono stato invitato al dibattito delle associazioni ambientaliste, al quale ho già annunciato la mia defezione” afferma Albero Ancarani, candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative con la lista “PrimaveRa”.
“Non perché si accavallino altri impegni, o per ragioni di lavoro, ma perché non ho nulla da spartire con chi, con l’espediente dell’emergenza ambientale, ritiene che l’occidente, luogo di progresso e di innovazione, debba sottoporsi ad una specie di cilicio permanente di auto contestazione della propria capacità di far evolvere la società e l’uomo nell’ultimo secolo” prosegue Ancarani.
“E’ questo il motivo per cui non intendo sottopormi ad un fuoco di fila di domande e temi che sottintendono un presupposto che non condivido in radice e che trasformerebbe le mie risposte e le controrepliche in un dialogo fra sordi. In buona sostanza, come ben chiarito nel nostro programma elettorale, vedo la cosiddetta transizione ecologica con occhio estremamente critico perché, a fronte di enormi sacrifici sul breve e medio periodo, la reale capacità dell’uomo di agire sul riscaldamento globale, che esiste ed è grave, è purtroppo minima” afferma Ancarani.
“Il sacrificio, e la conseguente positività sul global warming sono a maggior ragione rispettivamente eccessivo e troppo limitata se si considera che, mentre l’occidente si cimenta in questa opera di autotortura, i principali competitors commerciali del mondo come India e Cina, non prendono alcun provvedimento, acquisendo un vantaggio commerciale notevolissimo grazie agli enormi oneri che noi applichiamo alle nostre aziende. Significa che sono contrario ad alcune delle attività di transizione che anche sul nostro territorio vengono lanciate, come per esempio il progetto sulla CO2 in adriatico? Assolutamente no” dichiara Alberto Ancarani.
“Ma certo, non ritengo queste attività neppure lontanamente sostitutive del comparto oil&gas, inutilmente distrutto dal governo gialloverde e ulteriormente affossato da quello giallorosso. In tutto questo, poi, non vi è neppure certezza, anzi al momento vi è piuttosto quella contraria, che la transizione ecologica possa aumentare i posti di lavoro. Insomma, serve molto pragmatismo e poca ideologia. L’esatto opposto della mentalità delle associazioni “gretiniste” con le quali non voglio avere nulla a che spartire” conclude Alberto Ancarani.