“Faccio anche io parte di coloro che trovano singolare che le celebrazioni per la festa della Liberazione di quest’anno debbano svolgersi in maniera “sobria” a causa del lutto nazionale in corso.
Mi rende ancora più perplesso il fatto che la sobrietà possa essere posta in essere impedendo l’esecuzione di una canzone divenuta simbolo non di una memoria condivisa ma di una parte politica, ovvero “Bella Ciao!”.
L’errore non è quindi quello di aver ritenuto di non farla suonare, salvo in qualche modo pentirsene e farla eseguire due volte, bensì l’aver creato l’aspettativa che “si debba suonare per forza” come se specificamente quella canzone fosse un patrimonio condiviso.
Quella canzone rappresenta da tempo un rituale della sinistra italiana o di quell’antifascismo incapace di essere antitotalitario, che rappresenta il motivo per cui come Forza Italia, da anni, il 25 Aprile preferiamo recarci ai cimiteri Alleati e al Sacrario di Camerlona, piuttosto che prendere parte alla liturgia di Piazza del Popolo.
E questo non per sminuire il contributo della Resistenza alla Liberazione dal regime fascista, ma per prendere le distanze dalla narrazione divenuta prevalente in questo contesto, ovvero la “sinistra buona” che combatte tuttora tutto ciò che non è sinistra, spacciando ogni cosa che non è ideologicamente ad essa affine per un pericolo imminente di ritorno del fascismo.
A questo teorema sempre più stantio, contribuisce, oltre all’esecuzione di “Bella Ciao”, un’altra stortura sempre più inaccettabile: l’intervento, durante la cerimonia in piazza, di un rappresentante dell’ANPI.
Quest’anno la rappresentante individuata ha 26 anni. Cosa c’entra con i partigiani veri? A che titolo viene fatta intervenire in una cerimonia ufficiale se non per spacciare ideologia un tanto al chilo? Cosa rappresenta? Quale sovranità popolare le attribuisce il titolo per salire su un pulpito e fare comizi?
Perché non può parlare, piuttosto un rappresentante delle opposizioni presenti nel massimo organo politico eletto dal popolo, che è il consiglio comunale, ma deve avere il microfono una ragazza imbevuta di ideologia non eletta da nessuno? Purtroppo l’unica caratteristica che contraddistingue lei e tutti coloro che al suo posto sono intervenuti in questi anni a queste celebrazioni è l’iscrizione ad una associazione che di fatto è un partito politico e sulla quale da tempo auspichiamo che quanto prima prenda provvedimenti il legislatore nazionale rivedendo l’elenco delle associazioni combattentistiche e d’arma riconosciute o perlomeno le loro attribuzioni.”
Alberto Ancarani
Capogruppo in consiglio comunale