Oltre alla mancanza di precipitazioni, all’aridità dei suoli e al deficit di portata dei fiumi arrivano anche le gelate a complicare un contesto meteoclimatico sempre meno agevole per le imprese agricole
Quella che stiamo vivendo è una situazione meteo climatica particolarmente complessa; lo stato di perdurante stress idrico, caratterizzato dalla diffusa siccità in tutto il nord del paese a livelli record a causa delle mancate piogge nei mesi invernali (fino a -70%), rende assai poco agevole l’inizio dell’irrigazione proprio in fase di avvio della stagione agricola. E se nel centro sud italiano imperversano condizioni di esteso maltempo, con copiosa caduta di pioggia e neve, al nord è anche l’alternarsi dell’improvviso sbalzo termico a creare notevoli complicazioni alle prime fioriture stagionali. E’ soprattutto il settore dell’ortofrutta di qualità a temere il peggio dalle ormai “consuete” quanto distruttive gelate alle porte della primavera, fenomeni che portano ad una escursione giornaliera che passa dal – 3 gradi a 16-18 gradi durante il giorno. Ed è proprio il verificarsi di questa variazione che penalizza notevolmente i coltivatori che cercano in modalità resiliente di difendersi dalle avverse condizioni, sempre più frequenti, causate dai mutamenti degli equilibri climatici che la tecnologica più avanzata può limitare l’aggravarsi del danno. In questo contesto è da definirsi provvidenziale la decisione di numerosi Consorzi di bonifica dell’Emilia Romagna, associati ad ANBI regionale, di mantenere un minimo di canalizzazioni irrigue appositamente invasate al fine di attivare le adeguate pratiche irrigue antibrina. La brina infatti è la situazione metereologica nella quale la temperatura dell’aria scende sotto lo zero in periodi in cui la coltura è particolarmente suscettibile alle basse temperature. Così, potendo contare sulla quantità minima di risorsa idrica messa a disposizione dei Consorzi, gli imprenditori agricoli che si sono preventivamente dotati di queste tecniche, hanno messo al riparo dalle gelate (già per altro verificatesi in modo grave negli anni scorsi) la prima fioritura stagionale. L’irrigazione antibrina consiste nel mantenimento a cavallo dello zero termico la temperatura degli organi vegetali, ricoprendoli (come da immagini allegate) con uno strato di ghiaccio “protettivo” fino alla conclusione della “gelata”. Questa tecnica “ad hoc” si fonda sulla distribuzione costante di risorsa utile alla formazione del ghiaccio.