“La vocazione ravennate è quella di essere una città dello sport diffuso, dove l’attività fisica e il benessere delle persone diventano un valore aggiunto per l’intera cittadinanza. Il mio programma elettorale intende dunque promuovere uno sport accessibile a tutti, dalle dotazioni infrastrutturali ai progetti di collaborazione con le scuole. Di seguito i passi salienti.
Il primo punto dovrà essere, partendo da una mappatura degli impianti sportivi cittadini, un programma di intervento, distribuito durante il mandato 2025-2030, per il recupero e la riqualificazione delle strutture dismesse od obsolete. Ad affiancare il servizio Sport, ci sarà un Coordinamento dello Sport che, in rappresentanza di tutte le associazioni e società sportive di Ravenna, coadiuverà l’Amministrazione comunale nel proporre progetti, eventi ed iniziative, nella predisposizione dei bandi e nell’assegnazione di eventuali fondi, diventando fondamentale soprattutto quando si porrà l’esigenza di condividere i criteri di assegnazione dei finanziamenti, da collegare, secondo un regolamento comunale, a progetti che sappiano tenere conto di tutti i fattori in gioco. Allo stesso modo, occorre produrre una riforma del regolamento d’uso delle palestre, volto a fissare criteri equilibrati di assegnazione degli spazi che sappiano conciliare le esigenze delle società più solide, per storia, fama e sponsorizzazioni, con le piccole, ma vitali, società amatoriali che si autofinanziano con sacrificio, aprendo opportunità anche per nuove formazioni che aspirino a potersi organizzare e sviluppare.
La concessione degli impianti sportivi richiede una fase di attenta rivalutazione e revisione, così come è opportuno individuare spazi pubblici da destinare al cosiddetto “sport non organizzato” dei cittadini, per dare a tutti la possibilità di praticare attività sportiva all’aria aperta singolarmente o per gruppi. Bisogna rivolgere più attenzione all’atletismo paraolimpico, nonché per le attività sportive rivolte ai disabili e per il loro accesso agli impianti sportivi, o addirittura per individuare un centro sportivo polifunzionale destinato a loro, non per creare una sorta di ghetto, ma perché abbiano un luogo di riferimento capace di offrire o di prestarsi a varie opportunità sportive. Sarebbe inoltre utile incentivare la pratica sportiva femminile e l’indizione di veri e propri corsi sportivi di training autogeno e autodifesa per il disincentivo della violenza sulle donne, mirati anche a supportare fasi delicate della loro vita, come il dopo maternità e la menopausa.”