Idilio Galeotti, referente provinciale dell’associazione AfeVA (Associazione Familiari e Vittime Amianto) spiega che “continuare, assieme al Comune e ai professori, a portare agli studenti informazione-formazione sul tema dell’amianto si può definire una sorta di dovere e senso civico, nel quale tutti noi dobbiamo sentirci impegnati verso le nuove generazioni”.
L‘essere stati esposti a lavori nei quali si entrava in contatto con l’amianto, ha provocato, e provoca ancora oggi, diversi morti nel panorama nazionale come nel territorio locale. Si stima che il picco dei morti sarà fra il 2020 e il 2030, in quanto l’esposizione all’amianto può condurre a malattie che, alcune volte, hanno periodi di incubazione molto lunghi. “In base ai dati forniti dal Re.Na.M (Registro Nazionale Mesoteliomi) è notizia recente che sono in aumento anche le malattie e morti derivanti da danni ambientali. Cioè si ammalano persone che non hanno mai lavorato in aziende dove veniva utilizzato l’amianto. Questo aspetto – dice Idilio Galeotti – va considerato e valutato con attenzione. A fronte di questo dramma, cosa possiamo fare? Dobbiamo fare rete e adottare la logica dei piccoli passi nella direzione giusta dell’informazione e del non nascondere. Bisogna fare emergere le problematiche esistenti, per poi cominciare ad affrontarle nei modi giusti, attraverso il monitoraggio del territorio. Attivare la rimozione e lo smaltimento dell’amianto sarebbe un segnale di dignità e rispetto, per le tante persone che si sono ammalate e morte e per una società che guarda ai giovani e al futuro. Sono diverse le scuole coinvolte in queste lezioni formative che partiranno martedì 22 gennaio e proseguiranno fino a marzo. Tra le scuole partecipanti ci sono: Istituto Tecnico Commerciale Ginanni, Liceo Classico Dante Alighieri, Liceo Artistico Nervi, Istituto Tecnico per Geometri Morigia, Ips Callegari e altre scuole si stanno aggiungendo al progetto. Con queste lezioni – conclude Galeotti – intendiamo confrontarci con i giovani, impegnati in questa fase della loro vita nello studio, ma anche creare momenti di informazione sul loro passaggio nel mondo del lavoro, magari con un’idea di senso civico e tutela dell’ambiente in cui si vive e si lavora”.