La Giunta promuova nuove tecniche di fitodepurazione, in assenza di fosse Imhoff, per le abitazioni in attesa dell’eventuale adeguamento della normativa regionale. Lo chiede Manuela Rontini (Partito democratico) in un’interrogazione alla Giunta.
La consigliera chiede inoltre di conoscere “lo stato attuale della disciplina normativa regionale e se ci siano stati eventuali aggiornamenti in particolare in merito all’applicazione delle tecniche di depurazione mediante sistemi di fitodepurazione in assenza di fosse Imhoff, con riferimento alle utenze domestiche”.
Il ricorso a tecniche di depurazione naturale per il trattamento delle acque reflue – afferma Rontini – “rappresenta ormai una scelta ampiamente diffusa nella maggior parte dei Paesi europei oltre che in America del Nord e in Australia”. Le tecniche sono sempre più sostenibili e consentono di ridurre l’inquinamento delle risorse idriche. Molti cittadini, scrive la consigliera dem, chiedono di poter installare impianti di fitodepurazione di nuova generazione, ma le normative non lo consentono. Alle Agenzie concessionarie delle autorizzazioni viene chiesto di dare parere favorevole “in particolare relativamente agli impianti che non contemplano l’installazione di fosse Imhoff, pur garantendo emissioni inferiori ai limiti previsti”.
Rontini conclude sostenendo che il Piano di tutela delle acque del 2005 dà una grande spinta innovativa e previene e riduce l’inquinamento idrico, risana i corpi idrici inquinati, protegge le acque destinate a particolari usi, tutela gli ecosistemi naturali, mantiene “la capacità di autodepurazione naturale dei corpi idrici e la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate, nel novero delle disposizioni normative comunitarie e nazionali vigenti”.
“Le nuove tecnologie sono sotenibili e riducono l’inquinamento delle acque, ma alcune norme non consentono di installare impianti di nuova generazione”.