“Quali tratti del metanodotto ‘Collegamento Ravenna Mare – Ravenna Terra’ sono già stati realizzati, quali sono nelle condizioni di esercizio e come si intende operare per accelerare gli indennizzi ai proprietari interessati dalle opere in corso di realizzazione?”.
Con queste domande il Movimento 5 Stelle interroga la giunta regionale sul tema delle infrastrutture legate all’impianto di rigassificazione che stazionerà al largo del porto romagnolo.
I pentastellati esprimono poi perplessità sulla durata delle autorizzazioni richieste (25 anni) “incompatibili sia con motivazioni connesse alla crisi energetica determinata dall’aggressione russa all’Ucraina sia con gli obiettivi europei e nazionali di decarbonizzazione, con il processo di transizione ecologica e la centralità dell’investimento sulle fonti rinnovabili”.
Data la situazione, l’atto ispettivo chiede “quali soluzioni siano previste per verificare la compatibilità e l’impatto del nuovo gasdotto (in larghissima parte parallelo ad altri già esistenti) nei punti dove questi ultimi superano, con sottopassi, le intersezioni con corsi d’acqua e infrastrutture stradali e ferroviarie, presentando esigenze di maggiore complessità da affrontare con particolare attenzione”.
Oltre a sollecitare l’immediata liquidazione “degli indennizzi che si dovessero rendere necessari”, l’atto si chiude con l’auspicio che “l’esercizio del rigassificatore sia limitato alla fase emergenziale che intende fronteggiare, garantendo, nel contempo, la centralità dell’investimento sulle fonti rinnovabili”.