La Regione prenda posizione sulla decisione della Camera di adottare come testo base per istituire gli istituti regionali per la fauna selvatica e per il contenimento dei danni provocati dalla fauna selvatica, un documento considerato troppo “filo cacciatori”.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ricostruisce l’intera dinamica politica in corso alla Camera dei Deputati e pone all’amministrazione regionale una serie di quesiti.
“Quale giudizio la Giunta formula sulla proposta adottata dalla XIII Commissione permanente “Agricoltura” della Camera dei Deputati che ha deliberato, nella seduta del 1° marzo 2022, di adottare come testo base per il prosieguo dell’esame il testo “C. 2138 – nuovo testo della proposta di legge Caretta elaborato dal Comitato ristretto” e recante “Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157 in materia di istituzione degli istituti regionali per la fauna selvatica e per il contenimento dei danni provocati dalla fauna selvatica”?”, chiede Gibertoni che vuole inoltre sapere “se l’amministrazione regionale concordi con la proposta che prevede la nascita gli istituti regionali per la fauna selvatica, con le medesime funzioni e i medesimi compiti dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), consentendo a questi istituti regionali la possibilità di emettere pareri su molteplici aspetti che oggi sono propri di ISPRA, con un forte rischio di aumentare a dismisura il contenzioso già notevole in questa materia”.
Poi ancora: la Giunta reputa la cancellazione, per il controllo faunistico, della previsione del ricorso preventivo ai metodi ecologici e del concetto di selettività, che trasforma l’abbattimento da quello che è oggi, cioè un aspetto marginale e soprattutto che quando adottato deve avvenire in modo selettivo, nello strumento unico e principe, illogica e del tutto inutile ai fini dei risultati che si vorrebbero conseguire? Con il testo adottato non si rischierebbe, da una parte, di consentire gli abbattimenti tutto l’anno a qualsiasi specie e in tutto il territorio nazionale, anche quello protetto, senza che vi sia una cornice sanzionatoria e, dall’altra, di limitare le attività di controllo, esercitato dai soggetti a cui attualmente è affidata l’attività di vigilanza? Come possa il testo suddetto adottato dalla XIII Commissione permanente “Agricoltura” della Camera dei Deputati conciliarsi con la tutela della biodiversità e degli ecosistemi posta recentemente in Costituzione?