Ravenna ha reagito con la forza della solidarietà. È il cuore del messaggio dell’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni ai ravennati di fronte all’emergenza che ha colpito la città in questi giorni. Di seguito, il testo completo del messaggio dell’arcivescovo.
Monsignor Ghizzoni, ieri pomeriggio, si è recato nell’hub di Protezione civile dell’Itis per salutare e ringraziare volontari e amministratori impegnati nell’accoglienza e incontrare le persone lì ospitate. “Avete fatto un grande lavoro. C’è una grande solidarietà e senso della comunità”, ha detto ai responsabili della struttura. Foto allegate
Messaggio dell’arcivescovo, monsignor Lorenzo Ghizzoni
“Credo sia necessario unirci alle riflessioni fatte nel momento della massima emergenza dalle autorità istituzionali e anche dai nostri vescovi della Romagna più colpiti: penso a mons. Toso a Faenza, a mons. Corazza a Forlì e a mons. Regattieri a Cesena. Abbiamo proposto domenica una preghiera nelle nostre parrocchie, per chiedere un miglioramento della situazione e un sostegno al Signore del cielo e della terra, per aumentare la nostra resistenza di fronte alla sciagura di oggi e dei prossimi tempi, quando dovremo rilanciare le attività nei campi e nelle aziende.
Abbiamo anche visto tanta solidarietà di persone venute da lontano e di tanti dei nostri concittadini. Soprattutto ci ha confortato la presenza di tanti giovani pronti a dare una mano a tutti, ma soprattutto agli anziani e a quelli che erano rimati isolati. Tante disgrazie e danni alle persone sono stati evitati, grazie anche a loro, non solo per l’enorme sforzo delle autorità pubbliche, delle forze dell’ordine, dell’esercito, dei pompieri e della protezione civile. Tutti si sono spesi con forza e decisione, nessuno si è rassegnato.
Crediamo che questa solidarietà che arriva anche dai provvedimenti economici e amministrativi già presi e che si prenderanno ancora, spero, continui anche a livello popolare e spontaneo, con una attenzione particolare al prossimo più fragile, magari al vicino di casa.
Le nostre parrocchie e le nostre Caritas sono tutte impegnate: abbiamo ospitato per esempio in Seminario a Ravenna oltre 25 persone che erano in una comunità di accoglienza sulle nostre colline ed erano a forte rischio, così hanno fatto alcune parrocchie.
Questa solidarietà, per non diminuire nei prossimi tempi, ha bisogno di essere sostenuta da tutti, con perseveranza, soprattutto dai credenti che hanno nella carità il loro comandamento principale.
Ma il carattere della nostra gente di Romagna ci aiuterà certamente ad affrontare l’emergenza e a progettare un futuro dove la terra e le leggi della natura saranno meglio rispettate, dove il richiamo ad uno sviluppo necessario ma sostenibile diventi prioritario, con la collaborazione dello Stato, dei nostri enti locali, di tutti noi società civile che amiamo la nostra terra e la vogliamo salvare e far ritornare bella e ricca come e più di prima.”