“A distanza di oltre due mesi dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio, arriva finalmente in Gazzetta Ufficiale il decreto Alluvione che indica la nomina del Commissario straordinario, i suoi poteri e le risorse a disposizione per la ricostruzione. E arriva purtroppo la conferma che il ‘fondo del barile’ da cui il governo Meloni ha ammesso di dover attingere per trovare i soldi non è assolutamente sufficiente per affrontare tutti i problemi e le criticità che l’alluvione ha causato in Romagna e per cancellare le profonde ferite sul territorio.
Il commissario Figliuolo, figura certamente capace e competente, in grado di gestire la complessità del processo di ricostruzione, è stato dotato dal decreto di poteri adeguati al compito ma non di risorse minimamente sufficienti. 2,5 miliardi di euro, spalmati su tre anni, per affrontare la ricostruzione dei beni danneggiati privati e pubblici, per la tutela ambientale e per assicurare il mantenimento dell’occupazione e l’integrale recupero della capacità produttiva. Per questa ultima voce ad esempio sono previsti solamente 100 milioni di euro.
Se il governo non troverà rapidamente altri fondi il commissario avrà a disposizione una coperta troppo corta e dovrà compiere scelte discrezionali molto complicate.
Rinnoviamo ancora una volta in tal senso l’appello all’esecutivo affinché compia un doveroso intervento di reale solidarietà nazionale, andando ad aggredire le risorse laddove ci sono, ossia nella disponibilità di quelle grandi aziende che in questi anni hanno realizzato profitti enormi grazie alla pandemia, alla guerra e alla crisi energetica.
Attendiamo altresì il commissario Figliuolo ai primi provvedimenti e auspichiamo un deciso cambio di passo a livello di rapidità di processo decisionale e di erogazione delle risorse. Questa è una fase estremamente delicata e serve attenzione massima”.