“Sono numerosi in questi giorni i messaggi di difficoltà che a mezzo stampa e a mezzo social o più semplicemente con una telefonata arrabbiata arrivano dal mondo dei Comitati Alluvionati, difficoltà legate ad una situazione tragica, difficoltà legate alle perdite economiche subite, al danno, alla distruzione di una parte della propria vita, molti di noi – in maniera più o meno intensa – hanno vissuto il problema e quindi è chiaro come sia facile comprendere quanta ragione ci sia nelle loro parole e per alcuni nella loro disperazione.
Ciò che oggi più di altro viene richiesto è la sburocratizzazione delle pratiche per l’accesso ai rimborsi, il problema non è più di fondi, che ci sono in quantità sufficiente (più di quelli che si riescono ad utilizzare), ma di accesso agli stessi” spiega Stefano Bertozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Faenza.

I Comitati lamentano difficoltà nella compilazione delle domande di ristoro, nella formulazione delle perizie, nella mancanza di tecnici disponibili a farlo, lamentano una richiesta eccessiva di documentazione, la necessità di stipulare contratti per iscritto con le imprese esecutrici dei lavori, e altro ancora.

“Ciò che posso garantire è che le strutture competenti, il Governo, i parlamentari di riferimento (che si stanno muovendo ogni giorno sul territorio non per fare passerelle ma per capire ed aiutare a trovare soluzioni) si sono attivati su tutti questi aspetti, anche sulla base delle richieste pervenute dai Comitati stessi, sono in corso attente analisi per superare una parte del problema, per dare risposte a chi si trova in difficoltà, nell’arco di qualche settimana mi è stato garantito usciranno modifiche e/o integrazioni alle ordinanze proprio per venire incontro alle loro istanze legittime” annuncia il capogruppo, che poi critica la controparte politica.
“C’è però un altro aspetto che non va taciuto, serve onestà intellettuale, leggere che il Governo ad oggi non ha messo un euro non solo è falso ma è sinonimo di malafede da campagna elettorale.
Non voglio fare inutili elenchi di quanto e cosa è stato fatto, ma voglio ricordare che gli Enti Territoriali, i Comuni e la Provincia in particolare, sono stati ristorati in misura maggiore rispetto a quanto sono in grado di spendere, questo è un fatto non una promessa o un’illazione.
I fondi per i cittadini ci sono, i cinquemila euro anticipati con i CIS o i CAS sono un qualcosa di mai fatto prima, è poco? Forse, ma nessun Governo si era mai attivato in questo senso.
Ora si stanno affinando le soluzioni più efficiente per consentire l’utilizzo delle risorse in misura più efficace, nel rispetto però di un principio di equità (nessuno deve rimanere indietro ma nessuno deve approfittarne) e nel modo più rapido possibile.
Sono passati dieci mesi dai quei tragici fatti, un tempo enorme per chi soffre, ma un tempo non così lungo per gestire una situazione tanto difficile, posso dire che se tutti avessero fatto la loro parte anche in Via Aldo Moro – senza frapporre ostacoli pretestuosi o agire in maniera ideologica (il “sono rigidi perché sono militari” di DePascaliana memoria non è accettabile in un paese normale!) –  forse oggi le cose sarebbero ad un livello più avanzato”.

“Non c’è la volontà su questo fronte di polemizzare ma solo di contribuire a trovare soluzioni, la polemica la sto facendo su altro, la sto facendo per individuare le responsabilità pluridecennali di chi non ha protetto il territorio come doveva e come si era impegnato a fare e oggi si erge a cattedratico di primo rango, ma non ci si vuole nemmeno nascondere da quelle che sono le proprie responsabilità ed i propri doveri istituzionali che ogni giorno ciascuno di noi cerca di portare avanti nel modo più onesto possibile”.