Martedì 5 Marzo 2019 la nave Berkam B., ormeggiata all’ex banchina Tozzi, si è spezzata in due affondando a prua, mentre la parte posteriore è ancora visibile. Lo scandalo è avvenuto nel canale Piombone ovvero all’imboccatura della zona Piallassa di Ravenna. “Quanti e quali danni sono stati causati sono ancora da accertare, ammesso che lo si voglia realmente fare” afferma Giancarlo Schiano, attivista di Call to Action, l’unione di cittadini iscritti alla piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle che vuole collaborare su progetti condivisi a favore della comunità.
“Se la nave Berkam B. è un disastro, per completare il quadro di degrado dobbiamo ricordare che nel 2009 l’amministrazione accettava di buttare sulla sponda dell’ingresso alla Piallassa ben 3 navi più grandi del Berkam B.: ORENBURGGAZ PROM, seguita dalla nave VOMV GAZ e poi dalla nave V. NIKOLAEV, tuttora arenate nella Piallassa.
Non serve essere veggenti per capire che la situazione ‘’nel cimitero delle navi’’ è una bomba ad orologeria sia per l’ambiente che per la sicurezza degli specchi acquei.
La zona, accessibile a piedi, fa capire immediatamente il significato della parola “degrado”, le navi arenate lungo l’argine della Piallassa in posizioni incerte e le cui condizioni fanno presupporre non solo la non galleggiabilità dei mezzi, ma anche una precaria condizione strutturale degli scafi.
Una in particolare piegata e pronta a seguire la sorte del Berkam B., ormeggi di sicurezza inesistenti abbandonati a se stessi, abbandono totale della zona che si tramuta in accesso libero alle navi con atti di vandalismo e depredazione. Per completare il quadro l’ambiente è saturo di rifiuti di ogni tipo, forma e dimensione.
Oggi il problema è tornato a galla: dove era concentrata l’attenzione delle autorità locali e competenti in materia negli anni trascorsi sin ad oggi? Come e cosa intende fare l’autorità in una zona così delicata tenendo informata la cittadinanza?
Visto il precedente atteggiamento e la non curanza del problema, mi viene spontaneo supporre che non avremo concrete e tempestive risposte in merito.
Guardando lo scenario attuale che indica sempre maggiori problematiche mi chiedo cosa e come pensavano di risolvere tutte le insorgenze che avrebbero causato a partire dall’eventuale inquinamento, la gestione e il loro smaltimento visto che oggi non sono facilmente raggiungibili.
Una cosa è certa più tempo passa meno tempo abbiamo per riparare o evitare altri danni”.