Inaugurerà sabato 19 ottobre alle ore 18, la nuova mostra a Bottega Bertaccini. L’esposizione intende rendere omaggio a un pittore faentino sconosciuto ai più, Tiberio Cimatti (1922-2007), che fu partecipe della grande stagione dell’arte faentina nel secondo dopoguerra.
Allievo e amico di Francesco Nonni alla Scuola di disegno Minardi, Tiberio Cimatti fu sempre molto schivo e riservato. Pur molto attivo, in vita non ha mai fatto una sua mostra personale, partecipò unicamente a una collettiva del 1954 nella residenza comunale di Faenza, insieme ad altri artisti come Gianna Boschi, Domenico Giacometti, Neo Massari, Filippo Monti, Claudio Neri e Alvaro Versari.
“Ora, grazie alla volontà e alla disponibilità della moglie Renate, proponiamo una scelta delle sue opere, paesaggi, ritratti, nature morte, scorci e dettagli di Faenza e del suo territorio, certi che a più di 100 anni dalla sua nascita sia giusto conoscere, riscoprire e valorizzare questo protagonista dell’arte faentina”.
La mostra resterà aperta fino al 23 novembre nei seguenti orari: 9-12.30 / 15.30-10. Chiuso domenica e lunedì mattina.
Note biografiche
Tiberio Cimatti nasce a Forlì il 10 febbraio 1922 ma si trasferisce ben presto con la famiglia a Faenza. All’età di un anno contrae la poliomielite da cui guarisce ma avrà sempre difficoltà nel camminare.
I genitori gli regalano una bicicletta, che diventa per lui simbolo di libertà e felicità, e nel corso della sua vita percorrerà migliaia di chilometri.
Aiuta i genitori nella loro attività e frequenta l’istituto magistrale. I suoi insegnanti gli consigliano di iscriversi alla scuola d’arte a Bologna, ma il servizio di leva e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale lo portano a prestare servizio all’ufficio postale di Lubiana.
Continua a dipingere e, dopo la guerra, frequenta la Scuola di disegno Minardi a Faenza, dove diventa grande amico di Francesco Nonni. Frequenta la scuola d’arte a Bologna fino al 1953, quando parte per un viaggio in bicicletta fino a Copenaghen. Durante il viaggio conosce una ragazza tedesca in Baviera, Renate, che diventerà sua moglie.
Attraversa anche Lussemburgo, Belgio e Francia, documentando i suoi viaggi con un’intensa attività artistica. Vende alcuni quadri per finanziarsi, ma al ritorno a casa, pur continuando a dipingere e a occuparsi di restauri, è geloso delle sue opere e riluttante a mostrarle.
In questi anni dipinge molto, quasi sempre dal vivo, spostandosi in bicicletta a Faenza e dintorni. Nel 1961 trascorre alcuni mesi a Londra, dove frequenta una scuola serale di disegno. Alloggia presso un commerciante antiquario per il quale colora le classiche stampe inglesi.
A partire dagli anni Settanta smette progressivamente di dipingere, mantenendo comunque viva la sua passione insegnando disegno al carcere minorile di Forlì.
Trascorre gli ultimi anni di vita a Biforco di Marradi e muore a Faenza il 5 gennaio 2007.