“Qual è il tuo problema? Come ti possiamo aiutare?”. Quando si incontra la mafia, spesso non è facile riconoscerla, perché tra gli obiettivi della criminalità organizzata c’è quello di fare soldi, certo, ma c’è anche quello di ottenere potere svolgendo una mediazione sociale sul territorio. Come? Stringendo un legame con le persone che ci abitano: “Noi abbiamo aiutato tuo padre a trovare lavoro, quindi tu adesso farai qualcosa per noi”.
Sono questi i temi affrontati venerdì mattina alla scuola Pescarini di Ravenna durante l’incontro finale di “Cittadini liberi dalle mafie”, il progetto promosso da Comune di Ravenna e Associazione Pereira in collaborazione con Libera, Confesercenti e Sos Impresa Emilia Romagna. La scuola ha aderito all’iniziativa con l’obiettivo di fornire ai propri allievi non solo competenze tecniche, ma anche strumenti cognitivi su temi di rilevanza civica come quello del contrasto alle mafie.
Nell’incontro di venerdì alcuni allievi del corso per Operatore Meccatronico dell’autoriparazione hanno dialogato con Simmaco Perillo, presidente della cooperativa Al di là dei sogni, che a Maiano di Sessa Aurunca (in provincia di Caserta), gestisce un’azienda agricola confiscata alla camorra. L’attività dà lavoro a persone con vissuti difficili e che, imparando un mestiere, hanno potuto intraprendere un percorso di crescita e riscatto personale.
“Che rapporto avete con i soldi? Se più ne avete, più pensate che sarete felici, allora sappiate che nella vita avete gli stessi obiettivi delle mafie – Ha detto Perillo agli studenti -. Ma non deve essere per forza così: i soldi possono essere uno strumento per vivere bene e non il fine ultimo della vostra vita”.
Durante l’incontro non è mancato il dibattito. Nel suo intervento, Perillo ha esortato i ragazzi a esplorare se stessi, a scoprire le proprie passioni e a sondare le proprie motivazioni: “Avete dei sogni o pensate che, bene che vada, vivrete una vita a metà, in cui dovrete sempre accontentarvi?”. “Io vorrei aprire una mia officina – è intervenuto Federico, un allievo – ma per me non vedo un futuro. La mafia, poi, la vedo come una cosa lontana da me”. “Davvero? – ha incalzato Perillo – E se ti dicessi che i beni confiscati alle mafie sono pubblici e possono essere riassegnati? Non ti interesserebbe trovare un posto per la tua officina, se anche a Ravenna ci fossero beni confiscati alle mafie?”.
“Per la mafia – ha poi concluso Perillo – i ragazzi della vostra età sono il bersaglio perfetto, perché sentite di dover dimostrare qualcosa agli altri. È importante scegliere da che parte state, ogni giorno”. L’incontro è stato moderato da Matteo Pasi (presidente di Associazione Pereira), con la partecipazione di Paola Perretta (co-fondatrice della cooperativa Al di là dei sogni), Carlo Garavini (LiberaRavenna) e Rita Taroni (Associazione Pereira).