Prende avvio venerdì 4 marzo, alle ore 17.30, presso la Sala Spadolini della Biblioteca di Storia Contemporanea “A. Oriani”, il ciclo di presentazioni Da Fiume al Vittoriale. D’Annunzio, il mito politico e la memoria di “pietre vive”.
Il libro di Federico Carlo Simonelli, D’Annunzio e il mito di Fiume. Riti, simboli, narrazioni (Pacini 2021). Il volume ripercorre la controversa vicenda della occupazione dannunziana di Fiume, dalla marcia di Ronchi del 12 settembre 1919 sino all’esito drammatico del “Natale di sangue” del 1920, soffermandosi in particolar modo sui suoi aspetti simbolici e sull’impatto che quell’esperienza ebbe sulla successiva storia d’Italia. Durante la Reggenza del Carnaro, infatti, fu elaborato un linguaggio patriottico nuovo fondato su rituali collettivi e sull’idea di una “rivoluzione nazionale” contro le istituzioni liberali, cui il fascismo in divenire avrebbe largamente attinto. In questa ottica l’autore si interroga su alcuni punti fondamentali: perché oggi la Fiume del “comandante” D’Annunzio è ricordata come la culla della politica totalitaria novecentesca ma anche come una “città libera”, vitale e trasgressiva, in cui tutto era consentito? Quale ruolo vi avevano i culti della guerra, del passato, della natura e della giovinezza? E come nacquero riti come il discorso del capo e il saluto romano?
Simonelli, consulente storico della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani e cultore in Storia dei nazionalismi e delle identità presso l’Università La Sapienza di Roma, ne discuterà con Andrea Baravelli, docente di Storia contemporanea all’Università di Ferrara, e Paolo Cavassini, studioso del fiumanesimo.