Venerdì scorso, in piazza a Bologna, si è mosso il comparto dipendenti del settore gioco d’azzardo. Una manifestazione organizzata dai tre sindacati, dove però tutti gli attori del settore hanno deciso di dare un contributo, a favore del gioco legale, e contro i provvedimenti restrittivi di governo ed enti locali, che rischiano di eliminare centinaia di posti di lavoro, effetto che inizierà gradualmente già da fine anno.
Una risposta forte di chi lavora con serietà secondo le leggi.
Ciò che denuncio da tempo sta trovando un riscontro oggettivo da parte di diversi interlocutori, tra cui i sindacati.
La mia non è una posizione meramente politica, ma soprattutto analitica e tecnica.
Continuare a demonizzare il settore, e colpire chi lavora seriamente con concessioni rilasciate peraltro dallo Stato, secondo le leggi, significa favorire l’emersione e l’attecchimento dell’illegale sul territorio.
Di recente sono stati inseriti provvedimenti assurdi come il distanziometro, che proibisce di fatto la presenza del gioco a meno di 500 metri da luoghi ritenuti sensibili (scuole, chiese, ecc).
Imprese strutturate, che hanno investito, non potranno avere la forza di delocalizzare, considerato anche il rischio che nuovamente possa sorgere un nuovo luogo sensibile nelle vicinanze.
Inoltre, verranno tolte le concessioni a bar e tabacchi a scadenza.
La gente smetterà di giocare? Non è pensabile. Continuerà a giocare, consegnandosi ad una realtà clandestina. Sfuggirà di fatto alle regole ed alle garanzie che oggi, le strutture riconosciute, offrono attraverso un sistema di norme che pone l’Italia come uno dei paesi più controllati in questo settore.
Molti lavoratori in questa ottica non avranno più possibilità di mantenere il proprio impiego. Ciò creerà una tragedia inascoltata di grandi proporzioni. Inoltre lo stato si priverà, attraverso queste logiche, di una delle entrate per lui importanti, e soprattutto, perderà la legalità che fino ad oggi ha perseguito.
Tuttavia mi sento anche di affermare che tante regole debbano essere modificate e migliorate, per tutelare ulteriormente l’utenza.
In ultimo, il settore gioco va armonizzato, a partire dalle slot, per arrivare a considerare anche i gratta e vinci. Non si può pensare di prendere in esame solo una branca, e tralasciare altro.
Potrebbe sembrare, in questo modo, più una operazione per creare facile consenso, e non risolvere realmente il problema, per come viene posto.
E’ necessario, concludendo, tutelare le persone dal gioco, senza colpire ed ostracizzare il settore, e tutti gli operatori e dipendenti che lavorano in questo mondo.