L’associazione Ravenna Parkinson ha un nuovo presidente. Psicologo, specializzato in neuroscienze e psiconeurologia con un’attività di ricerca e di docenza universitaria alle spalle e numerose pubblicazioni scientifiche, Alessandro Mahony è da poche settimane alla guida dell’associazione ravennate che segue e assiste pazienti e familiari affetti dalla malattia di Parkinson, e che insieme alle associazioni A.L.I.Ce Ravenna e Alzheimer Ravenna fa parte del piccolo polo della disabilità ribattezzato “La Cura in Rete”, nato in viale Le Corbusier 39 in collaborazione con il Comune e l’Ausl Romagna.
Arrivato da Brescia a Ravenna a inizio anno, Mahony è romagnolo da parte di mamma, originaria di Rimini. La decisione di spostarsi nel capoluogo bizantino è arrivata per lavoro dopo l’invito di colleghi in quanto uno dei massimi esperti di fibromialgia non solo in Italia. “Mi occupo da molti anni di dolore cronico e della cosiddetta fibromialgia, una sindrome dolorosa cronica non riconosciuta come malattia e per la quale non esistono efficaci terapie mediche. Lavorando da anni nel settore cronico come psicologo mi sono occupato di ricerca e pratica neuroscientifica e ho tenuto corsi universitari a contratto presso l’Università di Medicina di Brescia. Ho colto al volo la proposta di venire a lavorare a Ravenna, che mi ha portato a nuove collaborazioni professionali.
A qualche settimana dal suo arrivo in città, Mahony è stato contattato dalla dottoressa Emanuela Grazzini, stimata psicologa e psicoterapeuta esperta in dolore cronico e malattie neurologiche con formazione avanzata in PNEI e EMDR, che collabora da anni con l’associazione Ravenna Parkinson. “Negli ultimi tre anni di vita – racconta Alessandro – ho vissuto con mia madre che soffriva di demenza. Quando ci si prende cura di un familiare malato, o di un paziente cronico, ci si rende conto delle esigenze e delle difficoltà nella gestione del quotidiano, attenzioni che spesso ricadono sui parenti più prossimi. Non potevo dire di no alla collega e a Ravenna Parkinson. Penso che uno degli obiettivi di un’associazione sia quello di consentire a tutte queste persone di vivere una vita più normale possibile”.
Il nuovo presidente anticipa quali saranno le priorità: “Sono sempre stato interessato alla ricerca e intendo estendere questo mio approccio ai bisogni dell’associazione, che coprono più fronti, comunicazione, assistenza e informazione: per esempio mi piacerebbe organizzare convegni con professionisti provenienti da più parti d’Italia, o approfondire temi su nuove terapie. In altre parole vorrei estendere la rete confrontando quella esistente qui con realtà di altre zone, per capire se ci sono aspetti migliorabili”. Ma in via preliminare il punto di partenza rimane il quadro territoriale: “Quanti malati ci sono e quali sono i bisogni primari? Ecco da dove si deve partire secondo me. Sarà poi fondamentale continuare a seguire i pazienti dal punto di vista sia fisico che psicologico”.