Le Amministrazioni Comunali dell’Unione della Romagna Faentina da tempo hanno avviato il percorso che porterà al nuovo Piano Urbanistico Generale, il PUG, che disegnerà il futuro di sviluppo del nostro territorio “attorno alle direttrici di sicurezza, identità e sostenibilità, coniugando i principi di contenimento del consumo di suolo, di rigenerazione degli spazi pubblici e privati e di nuove opportunità di sviluppo economico e sociale sostenibili”. Questi gli obiettivi dichiarati.
Dopo il percorso partecipativo “Orizzonti Comuni”, che ha dato l’avvio tra maggio e settembre 2021 al Piano con una consultazione pubblica, il prossimo passo è l’assunzione, da parte della Giunta dell’URF, del documento di linee d’indirizzo strategiche. Questo documento verrà elaborato nelle prossime settimane attraverso il confronto con cittadini, forze politiche, associazioni di volontariato e di categoria, nonché attraverso gli incontri tra le Amministrazioni del territorio e i comitati dei cittadini alluvionati. “Gli obiettivi del documento sono quelli di raccogliere il lavoro preliminare di partecipazione e di approfondimento del quadro conoscitivo del nuovo Piano e di consegnare un indirizzo condiviso alle prossime Amministrazioni dei Comuni che a giugno andranno al voto, per continuare il percorso di redazione attraverso l’ulteriore partecipazione e confronto con il territorio” affermano Massimo Isola, Sindaco e Presidente dell’Unione della Romagna Faentina, e Luca Della Godenza, Sindaco e Assessore Delegato all’Urbanistica per l’Unione della Romagna Faentina.
“Il nuovo PUG dell’Unione si articolerà attorno agli ambiti strategici della resilienza e dell’ambiente, della rigenerazione e della vivibilità, delle reti e delle interconnessioni materiali e immateriali, del lavoro e dell’attrattività e dei servizi e della prossimità. Obiettivi ed orizzonti di futuro che devono trovare nuova definizione dopo gli eventi alluvionali di maggio 2023, quando l’acqua dei fiumi ha attraversato le nostre città e le vite di troppi cittadini, con drammatiche conseguenze. Serve accompagnare la ricostruzione, aumentando la resilienza del sistema territoriale dell’Unione con nuove strategie di prevenzione e mitigazione delle fragilità idrauliche ed idrogeologiche, garantendo, insieme agli enti competenti, la realizzazione di quelle opere di sicurezza idraulica, oggi ancora più strategiche e indispensabili per mettere in sicurezza gli ambiti già urbanizzati ed abitati, per l’incolumità dei cittadini e la garanzia dei loro beni, ma anche per permettere una vera ricostruzione delle opportunità di sviluppo economico e sociale delle nostre città”.
Nel 2024 il nuovo PUG vedrà la luce mentre sarà ancora in corso il processo di ridefinizione degli strumenti di sicurezza territoriale: dovrà essere un’opportunità per recepire la nuova programmazione che la Regione Emilia-Romagna e l’Autorità Distrettuale di Bacino del Fiume Po stanno elaborando, insieme alla Struttura Commissariale per la Ricostruzione e alla comunità scientifica, ma anche una difficoltà nella gestione urbanistica ed edilizia di questo periodo transitorio, che a maggio del 2024 chiude l’operatività delle previsioni degli strumenti del passato (il PRG del 1998 e il PSC del 2009). Dopo quasi 300 giorni dal drammatico maggio scorso, infatti, non sono ancora stati aggiornati i piani di gestione del rischio idraulico ed idrogeologico per il nostro territorio e devono ancora essere presentati i Piani Speciali della Struttura Commissariale per la riduzione di questi rischi evidenti.
“In questo periodo transitorio le amministrazioni dell’URF hanno sollecitato i proponenti dei progetti in corso nelle aree alluvionate, sia di nuove urbanizzazioni che per tutti i procedimenti edilizi, ad approfondimenti e a verifiche idrauliche ed idrogeologiche. Le modifiche proposte con grande senso di responsabilità dai privati garantiranno una mitigazione del rischio a livello dei singoli lotti e comparti oggetto degli interventi e una maggiore sostenibilità ambientale rispetto alle previsioni del passato. Nonostante questo, la mancanza di un nuovo quadro normativo di riferimento contro il rischio idraulico comporta oggi, a livello della scala urbanistica, gravi criticità nella valutazione delle nuove previsioni di espansione residenziale nelle aree alluvionate, come l’area di via Firenze a Faenza e quella di via Biancanigo a Castel Bolognese”.