Non serve la macchina del tempo per andare indietro di quattro secoli e vivere un Carnevale veneziano in piena regola. Il sogno di ritrovarsi proiettati in Laguna all’epoca della Serenissima Repubblica è possibile a Ravenna Festival, grazie a due specialisti come Vincent Dumestre (direzione e chitarra barocca) e Cécile Roussat (regia e coreografia), ideatori di Le Carnaval Baroque, spettacolo che martedì 4 giugno, alle 21 al Teatro Alighieri, porta in scena musica, circo e teatro nella ricostruzione di un autentico carnevale veneziano del XVII secolo. Musicisti, giocolieri, mimi, danzatori e acrobati faranno rivivere scene di vita quotidiana, banchetti nei palazzi, danze e giochi carnevaleschi, una caccia all’uomo lungo i canali e un teatrino in cui si rappresenta una parodia del “Lamento della ninfa” di Claudio Monteverdi. Il tutto mentre l’ensemble Le Poème Harmonique esegue ciaccone, moresche e tarantelle, insieme a brani vocali celebri o meno conosciuti del repertorio colto e popolare italiano di quel secolo. L’appuntamento è possibile grazie al sostegno di Gruppo Sapir.

Venezia ha sempre rappresentato un fondale scenografico naturale per qualsiasi tipo di cerimonia, religiosa o laica, popolare o aristocratica. Il Carnevale è la sintesi di questi mondi che si incontrano, mescolandosi dietro la protezione delle maschere. Specialisti nella musica barocca e nelle ricostruzioni di ambienti storici organizzati dal suono, dalla danza e dal teatro di piazza, Vincent Dumestre e la regista Cécile Roussat hanno studiato a lungo per offrire allo spettatore di oggi una giornata di festa nella Venezia nel Seicento, il secolo che vide consacrata la fama del Carnevale e istituzionalizzato il ruolo del teatro d’opera, accanto alla secolare tradizione delle cantorie della Basilica San Marco, dove Claudio Monteverdi dettò legge dal 1613 fino alla morte. Fu proprio quella Venezia, peraltro, a “inventare” il primo teatro d’opera pubblico con biglietti a pagamento, un passo avanti decisivo nella democratizzazione di uno spettacolo riservato fino a quel momento alle élites cittadine.

Letteralmente figlio del maggio 1968, Vincent Dumestre ha fatto parte del Ricercar Consort, La Grande Écurie & La Chambre du Roy ed Hespèrion XX al fianco di Jordi Savall, prima di fondare e dirigere Le Poème Harmonique nel 1998. Da allora il liutista e direttore francese ha dischiuso gli orizzonti di una gamma vastissima di musica vocale e strumentale. Le sue produzioni teatrali si riconoscono per un’estetica sonora e visiva personalissima, nata dalla collaborazione con artisti di altre discipline come burattinai, pupari, registi, coreografi e circensi. Una trentina le sue registrazioni per Alpha Classics, di cui è stato il primo artista, e sotto l’etichetta Château de Versailles Spectacles. Per il suo contributo artistico, Dumestre è Ufficiale dell’Ordine Nazionale Francese delle Arti e delle Lettere.

Dal 1998, Le Poème Harmonique riunisce musicisti dediti all’interpretazione della musica del XVII e XVIII secolo. Attraverso programmi imprevedibili, l’ensemble ha dimostrato un approccio rivoluzionario alle pagine musicali poco conosciute che scandivano la vita quotidiana del XVII secolo e le cerimonie di Versailles (Lully, Couperin, Charpentier, ecc.), dell’Italia barocca da Monteverdi a Pergolesi, o anche dell’Inghilterra di Purcell. L’obiettivo è sempre quello di ricucire i legami tra profano e sacro, repertorio colto e fonti popolari, danza e musica. In ambito lirico l’ensemble è riconosciuto come riferimento mondiale per le sue interpretazioni di Lully, Cavalli e Monteverdi.