Dal 18 maggio anche le aziende agrituristiche e le fattorie didattiche della Romagna cercano di ripartire – vista la possibilità di riprendere l’attività di ricezione turistica – rispettando le linee guida di riferimento. Per questo comparto tre i protocolli da rispettare: ristorazione, alloggio, piscina. Queste strutture, in questa estate 2020, sono strategiche non solo per la tradizionale attività di ospitalità, ma anche per le attività dedicate ai bambini, nelle forme dei centri estivi e/o delle settimane verdi.
Questi gli argomenti al centro della videoconferenza organizzata da Cia Romagna sul tema: “Agriturismi post lockdown: quali prospettive per il futuro?”, alla quale ha preso parte anche Andrea Corsini, assessore regionale a mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo e commercio.
Agnese Ceroni, responsabile per Cia Romagna dell’area agriturismi, igiene alimenti, vendita diretta, ha illustrato la parte tecnica e i protocolli che interessano il comparto, oltre ad altre specifiche interpretazioni per una corretta applicazione delle linee guida.
Tutti i settori sono stati colpiti dall’emergenza Covid-19, ma alcuni in maniera molto più impattante come quello turistico e gli agriturismi. Cia Romagna apprezza lo sforzo della Regione, che ha stanziato circa due milioni di euro a fondo perduto per gli agriturismi al fine di contenere gli effetti del lockdown e ha prorogato i bandi da sette milioni di euro del Psr per la riqualificazione e l’ampliamento delle strutture. L’Organizzazione romagnola chiede inoltre che queste strutture siano tenute nella giusta considerazione in merito alla possibilità di svolgere centri estivi, anche residenziali.
Le aziende agrituristiche attive in Romagna sono 372 (su 1186 regionali) con una capacità ricettiva pari a 3202 posti letto e 226 piazzole in agri-campeggio, e la possibilità di somministrare fino a circa 1,5 milioni di pasti all’anno. La provincia di Forlì-Cesena è seconda in Regione per numero di imprese “verdi” (178); sono 121 a Ravenna, 73 a Rimini.
Le fattorie didattiche sono complessivamente 83 in Romagna (su 286 regionali) di cui 36 a Ravenna, 27 a Forlì-Cesena e 20 a Rimini.
“Quest’anno, con la serrata dovuta all’emergenza sanitaria, agriturismi e fattorie didattiche possono rappresentare un’ancor più valida alternativa di vacanze, in luoghi aperti e a contatto con la natura, trasmettendo quella sicurezza che molti cercano per lo svago in questa estate 2020 – affermano Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna e Massimo Bottura, presidente di Turismo Verde Emilia Romagna – Inoltre, dispongono di una grande potenzialità per giocare un ruolo strategico anche per quel che riguarda l’accoglienza dei bambini e l’attività didattica e riteniamo che Regione e Governo ne debbano tenere conto”.
Agriturismi e fattorie didattiche sono pronte a rispondere, per loro stessa natura, alle esigenze dei bambini e di tanti genitori che per l’emergenza Coronavirus devono far fronte a nuove necessità organizzative della vita familiare. “Le attività dei centri estivi stanno per partire – afferma Massimo Bottura, presidente di Turismo Verde regionale – Chiediamo che gli specifici protocolli regionali e le linee guida nazionali tengano conto di questa importante risorsa rappresentata dagli agriturismi e dalle fattorie didattiche, pronte a realizzare progetti e a collaborare anche con organizzazioni ed enti del Terzo Settore per incrementare e qualificare i servizi educativi estivi”.