Incentivare anche in Emilia-Romagna l’utilizzo di droni, dotati di telecamere, per individuare la presenza di piccoli di ungulati, come caprioli e daini, nei terreni agricoli prima degli sfalci.

A chiedere al governo regionale, con un’interrogazione, maggiori tutele per la fauna selvatica, incentivando questo tipo di pratica in agricoltura, è Giulia Gibertoni (Misto).

I piccoli di ungulati, spiega la consigliera, “nelle prime fasi della vita si nascondono nell’erba alta, dove sono al sicuro dai predatori, non emanando nessun odore e mimetizzandosi perfettamente”.

La capogruppo rileva che l’utilizzo dei droni per le operazioni di sfalcio è già la norma in diverse aree del territorio svizzero e anche in alcune regioni italiane, come Veneto e Trentino, questa pratica sta prendendo piede, mentre in Emilia-Romagna si stanno avviando le prime sperimentazioni, come nel caso del progetto del centro fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena, che ha lanciato una raccolta fondi per l’acquisto di un velivolo elettrico.

In Italia poi, spiega la capogruppo, “per ridurre il pericolo di ferire gli animali, viene raccomandato di adeguare il metodo di sfalcio procedendo in senso centrifugo, dal centro verso l’esterno, garantendo così agli animali una via di fuga, ma malgrado questa precauzione spesso i piccoli non riescono a fuggire”.

Giulia Gibertoni, pertanto, vuole sapere dall’esecutivo regionale se sia in possesso di dati sulle uccisioni di piccoli di ungulati durante le pratiche agricole con mezzi meccanici e chiede se in regione siano stati avviati progetti con l’utilizzo di droni per salvaguardare questi animali. Richiede poi all’amministrazione di sensibilizzare gli agricoltori sull’argomento, incentivando quelle pratiche agricole favorevoli all’ambiente e alla biodiversità, compresa la ricerca dei piccoli ungulati prima degli sfalci.