Il mese di agosto all’Arena Borghesi si apre all’insegna della storia del Cinema, delle letteratura italiana e dei film muti musicati dal vivo.
Un’indagine al confine tra vero e falso, tra il cinema e la realtà, sarà protagonista in Arena Borghesi lunedì 1 agosto. Il calendario approntato dal cineclub Il Raggio Verde prevede infatti Blow Out (1981), uno dei film coi quali Brian De Palma imprime una decisa accelerata al suo percorso di ricerca e riflessione sulle potenzialità del cinema. L’ingresso sarà gratuito.
Blow Out rientra all’interno della rassegna ideata dal cineclub per esplorare i film che indagano sulle capacità e potenzialità del linguaggio cinematografico.
Una notte, catturando rumori su di un pontile, Jack assiste ad un incidente automobilistico. Un’auto cade in un fiume. Nell’incidente muore il conducente, il Governatore dello Stato, mentre Jack riesce a salvare l’altra ragazza a bordo dell’auto, Sally. Da questo salvataggio e dai rumori raccolti da Jack nascerà una complicata indagine di natura anche politica.
In Blow Out De Palma, da sempre ossessionato dalle tragedie della famiglia Kennedy, riprende la storia dell‘incidente di Chappaquiddick del 18 luglio 1969, quando il senatore Ted Kennedy, fratello di John e Bob Kennedy, finì con la propria auto nel fiume, riuscendo a salvarsi ma lasciando al proprio destino la giovane segretaria Mary Jo Kopechne.
De Palma ribalta l’esito dell’incidente e costruisce la narrazione di un intrigo politico. Al contempo dirige un film che vuole essere un chiaro omaggio a Michelangelo Antonioni e al suo Blow Up.
Martedì 2 agosto, invece, la stagione cinematografica dell’Arena Borghesi propone la riscoperta di uno degli intellettuali più influenti del Novecento Italiano: Roberto Roversi. La serata è realizzata in collaborazione con l’associazione Independent Poetry.
Dedicato a Roversi è il documentario La macchia d’inchiostro. Il regista, Ciro Valerio Gatto, sarà presente in sala per confrontarsi col pubblico.
Il film è incentrato sulla riscoperta di un testo teatrale, mai messo in scena, dello stesso Roversi a quarant’anni dalla sua stesura.
Scrittore, poeta, giornalista, Roversi fu amico di Pier Paolo Pasolini, col quale fonderà la rivista Officina, e stretto collaboratore di Lucio Dalla, con il quale realizza tre album fondamentali per la crescita del musicista: “Il giorno aveva cinque teste”, “Anidride solforosa” e “Automobili”. Stretto il connubio musicale anche con gli Stadio. Incideranno brani con i suoi testi anche Mina, Francesco De Gregori, Paola Turci e Fabrizio Moro.
Alpino durante la Seconda Guerra Mondiale, divenne poi partigiano, Roversi divenne volutamente alieno alle istituzioni, alla frequentazione dei poteri e delle autorità, dei dibattiti e degli ambienti accademici e delle case editrici. I suoi testi furono sostanzialmente autoprodotti e distribuiti. Dal 1948 al 2006, la sua libreria antiquaria Palamaverde fu un punto di riferimento per Bologna.
Gli appuntamenti con i grandi classici del cinema, che hanno contribuito a far avanzare le tecniche cinematografiche nel corso degli anni, continuano poi mercoledì 3 agosto, con il secondo dei tre appuntamenti con i film muti musicati dal vivo previsti per la stagione 2022 dell’Arena Borghesi.
Mentre sul grande schermo sarà proiettato L’uomo con la macchina da presa (1929), film fondamentale per l’evoluzione dei procedimenti di ripresa e di montaggio della Settima Arte, sarà presente in sala Lorenzo Travaglini, ormai da tre anni stabile collaboratore del cineclub.
Con L’uomo con la macchina da presa Dziga Vertov volle creare un film manifesto che denunciasse lo stile cinematografico occidentale, colpevole di realizzare film che “addormentano le coscienze”. Al contrario, per Vertov, il Cinema doveva essere una potente macchina per la riflessione collettiva. Al contempo, la pellicola denunciava il percorso di massiccia industrializzazione intrapreso dall’Unione Sovietica per inseguire il benessere capitalistico, a favore dei pochi dirigenti, a scapito della vita e dell’identità dei lavoratori. Una denuncia che portò Vertov sempre più ad essere emarginato, mentre i dogmi del suo linguaggio cinematografico vennero più avanti assunti proprio da una parte di quel cinema occidentale che egli voleva contrastare. La parte, a dire il vero, meno incline al concetto di “industria cinematografica”.
Lorenzo Travaglini (Faenza, 1994) ha realizzato la colonna sonora di diversi cortometraggi e lungometraggi che hanno debuttato in rassegne nazionali e internazionali, dalla Francia alla Turchia. All’attività in campo cinematografico, Travaglini alterna produzioni musicali in altri ambiti, come quelli del teatro e delle esposizioni artistiche. Nel 2020 ha avviato il progetto solista Sunbernardo, recentemente culminato con la pubblicazione dell’omonimo album, in cui firma sia i testi che la musica.