Lo scavo è partito nel 2017 e da allora ogni anno è stata svolta una campagna di ricerca alla scoperta del sito del castello. L’indagine di quest’anno è partita ad agosto e si concluderà alla fine del mese di settembre.
Nuove parti del castello di Zagonara sono state portate alla luce, indagando una delle aree più ampie finora mai aperte nel sito. Lo scavo di quest’anno ha permesso di portare alla luce una serie di nuove evidenze, tra cui estesi piani stradali pavimentati e murature risalenti a 1200 e 1300, i secoli dell’apice demografico e politico del castello.
Le indagini hanno infatti interessato le zone circostanti alla chiesa di S. Andrea di Zagonara (anch’essa indagata negli anni passati), facendo emergere le tracce di una serie di ambienti del castello, zone artigianali, cortili e piani stradali datati tra il XIII e l’inizio del XV secolo. Nel corso degli anni passati ci si era invece concentrati a indagare le fasi più antiche del sito di Zagonara, risalenti a poco dopo l’anno Mille.
Continua la disponibilità della proprietà del fondo (famiglia Ricci) e il sostegno economico del Comune di Lugo, che hanno permesso di affittare l’appezzamento agricolo in cui è sepolta una parte del castello.
Lo scavo è realizzato in regime di concessione di ricerca dal Ministero della Cultura (decreto della Direzione Generale ABAP n. 980 del 20/07/2023) ed è parte del progetto Bassa Romandiola, ricerca promossa dal dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna. Il progetto è partito nel 2009 con una serie di campagne di ricognizione di superficie, che hanno interessato diversi comuni della Bassa Romagna e che proseguono tuttora, fino ad arrivare a dare il via allo scavo del castello di Zagonara.
L’indagine è diretta dal prof. Andrea Augenti e coordinata dal dott. Marco Cavalazzi e – con lo scavo di Cervia Vecchia (sempre promosso dall’Università di Bologna, insieme alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le Provincie di Ravenna, Forlì – Cesena e Rimini) – è parte di un progetto finanziato dall’Unione Europea, il progetto Bi.G.Ar., che è partito nel 2022 e vede partecipare insieme l’Università di Bologna e la Michigan University (Stati Uniti), con lo scopo di fare evolvere le procedure digitali di documentazione e divulgazione degli scavi archeologici.
Nel corso di questi anni lo scavo di Zagonara ha permesso di fare progredire le conoscenze sulla storia delle pianure romagnole medievali, raccogliendo nuovi dati sulla storia dell’incastellamento di pianura e l’evoluzione del paesaggio locale dopo la fine dell’età romana, producendo articoli scientifici e non, eventi pubblici, documentari e tesi, alcune delle quali di dottorato.