“Nonostante l’accordo contenga diverse richieste fatte nel tempo dalla UIL FPL come l’aumento del buono pasto, il finanziamento di un progetto per le assenze improvvise nei servizi H12 e H24, l’avvio delle progressioni orizzontali, la conferma del Welfare a favore di chi ha figli nella fascia di età 0-21, l’ampliamento delle fasce orarie per l’utilizzo del buono pasto, con la possibilità di cumularli attraverso uno specifico studio da delineare, abbiamo deciso di non firmare in quanto nello stesso accordo l’Azienda USL si appropria di 2 milioni e 500 Mila euro di proprietà dei dipendenti.
Sottrarre 2 milioni e 500 Mila euro ai dipendenti è un atto che non può trovare nessun tipo di condivisione e giustificazione in un momento, peraltro, dove il personale dipendente è fortemente sollecitato per far fronte a un graduale ridimensionamento degli organici. La stessa Regione afferma infatti che nella sola AUSL della Romagna il personale dipendente, al 31 dicembre 2023, è diminuito di ben 136 unità. Questo sta a significare maggiore disagio per chi rimane in corsia con conseguenti difficoltà sulla programmazione delle ferie, dei permessi, gestione dei riposi e delle assenze improvvise.
L’Azienda quindi, oltre e risparmiare sulla mancata applicazione del turnover a discapito dei dipendenti, costretti di conseguenza a fare i salti mortali, chiede anche più lavoro attraverso delle prestazioni aggiuntive che tuttavia non vuole pagare dal proprio bilancio bensì attraverso i 2 milioni e 500 Mila euro sottratti agli stessi dipendenti; risorse che servirebbero invece per finanziare altro.
Noi non staremo in silenzio. Allungare la manina per risanare il bilancio aziendale utilizzando i soldi dei dipendenti è un qualcosa di inaccettabile che l’Azienda ha già ripetuto con i fondi del personale della dirigenza sanitaria; anche in quella circostanza la UIL insieme ad altre Organizzazioni non ha firmato l’accordo.
I 2 milioni e mezzo ritornino patrimonio dei dipendenti garantendo così loro ulteriori benefici, soprattutto a chi con questo accordo non trova risposte. Le prestazioni aggiuntive invece siano pagate con risorse dell’Azienda insieme a un parallelo adeguamento degli organici. Questo è un principio basilare. Arretrare su questo vuol dire fare andare le cose sempre peggio negando al contempo ogni politica di conciliazione dei tempi di vita e lavoro a favore delle lavoratrici e dei lavoratori.”
UILFPL Ravenna