La viticoltura in Emilia Romagna non è mai stata così bio, con i vigneti biologici che negli ultimi 10 anni hanno aumentato la propria superfice dai 2400 ettari del 2009 ai 4509 dell’ultima rilevazione del 2018, un balzo in avanti di oltre il 187% (187,87). È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti regionale sui dati della Regione Emilia Romagna che svela la rivoluzione nella produzione in atto in occasione del Vinitaly, diffusa in occasione dell’incontro su “La rivoluzione green nel bicchiere”.
La provincia con maggiore vocazione al vino biologico – comunica Coldiretti Emilia Romagna – è quella di Forlì – Cesena, con il 20,8% degli ettari di vite bio regionale. Seguita da Piacenza con il 19%. Medaglia di bronzo per Modena con il 13,6.
Il tasso di crescita dimostra che la ricerca della naturalità – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – è la nuova tendenza in espansione sul mercato del vino in Italia e all’estero, con il vino biologico Made in Italy che è infatti anche un fattore chiave di successo per le esportazioni soprattutto in mercati “maturi” come la Germania.
Una domanda – precisa Coldiretti regionale – alla quale l’Italia può rispondere positivamente anche grazie allo sforzo dei viticoltori con i vigneti coltivati a biologico o in conversione che hanno raggiunto 105.384 ettari, dei quali 70.791 biologici e 34.593 in conversione, secondo il Sinab 2018. Si tratta del 12% della superficie totale coltivata a biologico e garantisce una produzione complessiva di 500 milioni di litri di vino, secondo un’analisi Coldiretti su dati Federbio.
La giornata inaugurale della 53esima edizione del Vinitaly 2019 (ndr domenica 7 aprile) ha visto protagonista l’Emilia Romagna nel corso di due importanti momenti: la presentazione del progetto sul Turismo del vino e il conferimento a Pierluigi Sciolette, Presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna, della prestigiosa Medaglia di Cangrande del premio Angelo Betti – Benemerito della viticoltura 2019.
L’incoming legato all’esperienza enogastronomica rappresenta un comparto strategico per la promozione e la valorizzazione della cultura e della tradizione vitivinicola regionale. Su questo si è basato l’incontro dal titolo “Turismo del vino” al quale hanno partecipato il Presidente e il Direttore di Enoteca Regionale Emilia Romagna, rispettivamente Pierluigi Sciolette e Ambrogio Manzi, il direttore di Qualivita Mauro Rosati e l’Assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli. «Con questa progettualità – ha affermato il Presidente Sciolette – abbiamo voluto mettere un focus sull’identità enologica di un territorio che si sviluppa lungo l’intera via Emilia, da Piacenza a Rimini. Un valore aggiunto straordinario fatto di prodotti, paesaggi, storie tutte da raccontare per aumentare l’appeal turistico sia a livello nazionale sia internazionale».
«L’Emilia Romagna sa offrire un ventaglio di opportunità turistiche differenti e differenzianti. L’eno-turismo e la gastronomia – spiega l’Assessore regionale Simona Caselli – sono comparti e ambiti in forte espansione in ambito turistico. Abbiamo tanti progetti per permettere un’esperienza che sappia integrare il bello e il buono di ciò che l’agroalimentare e il turismo della regione sa offrire. Un progetto slow che vogliamo promuovere e incentivare anche perché lo scopo è far scoprire il bello e il buono che la regione sa offrire».
La giornata inaugurale si è conclusa con la consegna del premio Angelo Betti – Benemerito della viticoltura 2019. Per l’Emilia Romagna l’Assessore Simona Caselli ha consegnato il riconoscimento a Pierluigi Sciolette, Presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna.
«Quello che oggi viene consegnato a Sciolette – ha dichiarato l’Assessore – è un premio alla carriera e ai grandi meriti di un uomo del vino in Emilia Romagna. Attualmente è Presidente di Enoteca Regionale ma la sua è una straordinaria storia di promozione del Lambrusco nel mondo. Sciolette, infatti, è stato il primo che oltre trent’anni fa è andato all’estero a vendere i nostri vini, diffondendo quel connubio tra cibo e vino di cui oggi tutti parlano. Uno degli importanti impegni che sta portando avanti negli ultimi anni è quello per far ottenere la certificazione di sostenibilità del territorio».
Intitolato ad Angelo Betti, ideatore di Vinitaly, il Premio “Benemeriti della Vitivinicoltura Italiana” viene assegnato fin dal 1973 ai grandi interpreti del mondo enologico italiano, su segnalazione degli assessorati regionali all’agricoltura. A loro spetta, infatti, il compito di indicare coloro che, con la propria attività professionale o imprenditoriale, hanno contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.