A Ravenna una giornata contro l’ “Impero del gas” e il rigassificatore

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Il Coordinamento ravennate Per il Clima – Fuori dal Fossile  e la Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna hanno promosso una giornata d’incontro per ribadire l’opposizione al rigassificatore in costruzione al largo di Punta Marina e allo sfruttamento delle fonti fossili, a causa dell’eccessivo inquinamento prodotto e alle guerre legate allo sfruttamento dei giacimenti.

“Il 2023 è stato uno degli anni più caldi della storia dell’umanità” ricordano gli organizzatori. “Gli eventi estremi stanno paurosamente crescendo di anno in anno, i morti per inquinamento sono centina di migliaia in Europa e diverse decine di migliaia in Italia. La Pianura Padana è una delle aree più inquinate del mondo .La Scienza ci dice che le emissioni di gas climalteranti sono la causa principale del riscaldamento globale, e che il gas metano è fra i principali killer del clima. Tutta l’Italia, e il territorio ravennate più di altri, sono sempre più terreno di conquista da parte dei colossi dell’energia fossile, con la complicità attiva delle Istituzioni, nonostante il consumo di gas stia costantemente diminuendo. La dipendenza dalle fonti fossili è una delle principali cause di tutte le guerre in atto e del crescente rischio di un conflitto globale”.

La giornata, dedicata alla memoria di Giorgio Benelli, storico attivista ravennate, scomparso i giorni scrosi, è iniziata con un convegno al Polo delle Arti di Piazza Kennedy 7,  a cui hanno partecipato alcuni protagonisti delle vertenze in corso. Si è affrontato il tema dei rigassificatori, delle nuove trivellazioni, del gasdotto Linea Adriatica, di quelle che vengono considerate collusioni fra potenze del fossile e mondo universitario.

Nel pomeriggio verrà organizzato un presidio in Piazza del Popolo per denunciare “la sordità e la connivenza delle Istituzioni nazionali e locali”.

“Chiediamo a tutte e tutti di unirsi a noi nel chiedere lo stop alla proliferazione di tutte le opere distruttive, pericolose, inquinanti, costose e di scarsa utilità (rigassificatori, nuove trivellazioni, gasdotti, impianti di stoccaggio dell’anidride carbonica, depositi di gas liquefatto) e l’avvio di una vera politica di transizione ecologica.”