In occasione del primo anniversario delle alluvioni della Romagna del maggio 2023 Rai Documentari dedica al tema una prima serata speciale con “Fuori dal Fango” , in onda il 16 maggio su Rai Tre alle ore 21.20. Un documentario di circa 85 minuti tratto da un’idea di Mario Tozzi, soggetto di Mario Tozzi e Riccardo Mazzon per la regia di Matteo Parisini e Riccardo Mazzon.
Una coproduzione Ruvido Produzioni e Penned Pictures, in collaborazione con Rai Documentari e la partecipazione di Conad, con il supporto di Emilia-Romagna Film Commission e il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Faenza. Con il sostegno di Orogel e Alce Nero.
Con la partecipazione di Luciano Ligabue, Carlo Lucarelli, Milena Gabanelli, Cristiano Cavina, Carlo Cacciamani, Lucia Capodagli e la testimonianza civile della popolazione romagnola.
Per la diffusione dell’opera si ringraziano per il patrocinio Comune di Bologna, Comune di Ravenna – Assessorato alla Protezione Civile.
Per il contributo alla diffusione si ringraziano Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e Associazione Culturale Teatro Carcano
Il 16 maggio alle ore 17,00 a Ravenna, presso Palazzo Rasponi dalle Teste verrà presentato in anteprima il documentario alla presenza di Mario Tozzi e dei registi; la stessa sera alle 20,30, all’Oratorio San Filippo Neri di Bologna sarà possibile assistere alla proiezione integrale alla presenza di Mario Tozzi, dei registi e della produzione.
Esiste un prima, un durante e un dopo la grande pioggia. Mario Tozzi, geologo, primo ricercatore del CNR, conduttore di Sapiens (Raitre), è sul campo nelle zone alluvionate della Romagna, ad un anno di distanza per affrontare le tante domande che aspettano ancora risposta: cosa è realmente accaduto dal punto di vista meteo? Perché i danni sono stati così ingenti? Perché nonostante l’Emilia Romagna sia una regione tra le più ricche d’Italia, la più monitorata in fatto di frane e gestione delle acque, è stata sorpresa dall’evento? È semplicemente caduta troppa acqua in poco tempo o ci sono stati errori umani? E nel caso, si tratta di errori storici nelle terre delle grandi bonifiche (sin dal tempo dei romani) o di errori compiuti negli ultimi anni? O forse sono state proprio le vecchie opere, i vecchi argini, a salvare Ravenna? E ancora: si poteva prevedere? Si potrà ripetere? Quali sono le opere da fare e quelle da non fare? È davvero una grande occasione per diventare tutti più lucidi sul rapporto tra ricchezza, sfruttamento del territorio e cambiamento climatico? Esistono esempi virtuosi in questo senso in Italia e nel mondo?
La riflessione tecnica e logica di Tozzi trae spunto dalle immagini di repertorio e viene compiuta negli stessi luoghi protagonisti delle immagini impressionanti di quei giorni che tutti abbiamo ancora davanti agli occhi. Fiumi, argini, ponti, infrastrutture, quartieri costruiti sotto il livello degli argini, Tozzi racconta come si sono comportati durante l’alluvione e come sono oggi. La cronaca di quei giorni viene raccontata dai testimoni diretti, da chi era a lì a difendere la casa, il raccolto, il bestiame, la fabbrica, la scuola, l’ospedale, i libri, ogni cosa. Contadini, allevatori, imprenditori – giovani e anziani – ricordano il loro vissuto ripresi seduti davanti a casa, in strada, nei campi, sugli argini. La prima pioggia, gli allarmi meteo, l’acqua che sale e che non smette di salire, che tracima oltre gli argini, allaga le camere di espansione che sono lì da secoli e che questa volta non hanno retto, invade le città, i parcheggi, i capannoni. Allora non rimane che salire come sempre sui tetti, come nel 1636 e poi ancora nel 1939 a Ravenna. Già perché i precedenti ci sono, eccome. Li possiamo intuire persino dai canali disegnati da Leonardo da Vinci nella incredibile mappa di Imola del 1501.
Il punto è capire quale sia oggi la percezione della realtà da parte di chi vive il territorio in prima persona, lo difende e lo cura, ma ne trae ricchezza sfruttandolo e trasformandolo come se fosse inesauribile. Per affrontare questi temi il documentario si avvale di testimoni speciali: Luciano Ligabue, impegnato da sempre in prima linea sul fronte dei cambiamenti climatici, ci darà la sua visione da “emiliano” cresciuto tra i fossi e gli argini della pianura; lo scrittore Carlo Lucarelli, testimone diretto dell’evento, racconterà la sua cronaca personale e di come il romagnolo abbia saputo affrontare con ironia e determinazione anche questa apocalisse; la giornalista Milena Gabanelli affronterà, dati alla mano, il tema della trasformazione del territorio della Romagna nell’ultimo secolo: urbanizzazione e frazionamento delle competenze territoriali, infrastrutture e ricchezza. Lo scrittore romagnolo Cristiano Cavina sarà la nostra memoria storica del cittadino comune e padre di famiglia.
Il documentario si avvale anche della consulenza e delle analisi di due importanti tecnici: Carlo Cacciamani, climatologo di ItaliaMeteo, che ha seguito sin da subito le dinamiche dell’alluvione, minuto per minuto, e ha elaborato i dati, con grafici e animazioni per spiegare come sono andate le cose dal punto di vista strettamente meteorologico: quanto ha davvero piovuto, in quanto tempo e perché. Lucia Capodagli, direttrice generale del Consorzio di Bonifica della Romagna, ci ha spiegato il rapporto tra le grandi opere di bonifica di inizio ‘900, ancora perfettamente attive, e la realtà di oggi.
Il racconto di Tozzi e dei testimoni si concentra nella provincia di Forlì e in particolare nel quartiere Romiti, microcosmo scelto come simbolo di quanto avvenuto: costruzioni moderne dove una volta vi erano solo coltivazioni, vicinanza al fiume, costruzioni sotto il livello degli argini. Ma saranno presenti anche Faenza e altre zone della Romagna attraverso l’utilizzo di riprese originali e materiale di terzi. Il repertorio – utilizzato a copertura e “live” – va dalle immagini più celebri a quelle personali dei testimoni e ad altre inedite che, analizzate dall’occhio esperto di Mario Tozzi, saranno in grado di svelare nuove sorprendenti interpretazioni.