“A Lido di Dante c’è un solo trasparente Comitato cittadino riconosciuto” scrivono tutti i membri del Comitato di Lido di Dante in una risposta sdegnata, alla consigliera del PRI Chiara Francesconi “evidentemente malinformata”:
“Chiunque, riunendosi in famiglia, può “eleggere” un Comitato, chiamandolo anche “cittadino”. Quello protetto dalla Francesconi è stato “eletto” da 7 persone ed è composto, come ha riconosciuto lei stessa, da 6. Uno solo è del paese. Questo Comitato di dissidenti non ha nulla di “cittadino”, non essendo stato eletto dalla cittadinanza. Il codice civile interviene sui Comitati cittadini solo se uno o più soci presentano denuncia per violazione dello statuto associativo da parte della dirigenza. I suddetti dissidenti si sono ben guardati e si guardano dal farlo, preferendo agitarsi a livello politico e giornalistico, del tutto a vuoto.
Ma se si parla di Comitato cittadino di Lido di Dante riconosciuto dal Comune di Ravenna, questo è ed è sempre stato solo uno, perché il vigente regolamento comunale dei consigli territoriali stabilisce, all’art. 43, che essi devono essere “eletti democraticamente e aperti a tutti i cittadini residenti” e che “é riconosciuto un solo Comitato Cittadino per frazione”. Il nostro Comitato è stato eletto con votazione “aperta a tutti i cittadini” e con la partecipazione, pur fuori stagione, di 311 cittadini, che, votando in 291, hanno scelto liberamente tra i candidati che liberamente si sono proposti, tra cui anche uno dei 7 “elettori” del sedicente altro Comitato.
Sono centinaia i che non si spiegano come si dia credito diffamatorio ad un secondo sedicente loro Comitato, i cui pochissimi componenti sono loro sconosciuti e invisibili in paese. Ci riserviamo, dunque, di chiedere alla Francesconi di dimostrare l’accusa stessa in sede giudiziaria.”