Da anni la sezione ravennate dell’Ail, l’associazione contro leucemie, linfomi e melomi, attraverso una convenzione con l’Ausl, è impegnata sul territorio per portare, attraverso proprie figure preparate e specializzate, cure palliative ai pazienti oncoematologici. L’Ausl della Romagna, nell’ambito del Percorso del paziente in cure palliative, dal 2004 ha infatti stilato un protocollo di intesa con l’Ail di Ravenna per rispondere al bisogno del malato e della sua famiglia. Partendo difatti dal presupposto che se non tutte le malattie possono essere guarite, tutti i malati però devono essere curati, scegliendo anche il luogo di assistenza desiderato.
In base a quell’accordo l’Ail assicura con propri medici e psicologi l’assistenza medica e supporto psicologico domiciliare ai malati oncologici ed ematologici in fase avanzata di malattia nel territorio della provincia di Ravenna, in stretta collaborazione con il medico di famiglia, gli infermieri del Servizio domiciliare e la Struttura semplice del Dipartimentale cure palliative di Ravenna. In particolare, vengono forniti supporti emotrasfusionali, paracentesi, infusione di farmaci che necessitano di assistenza medica, follow-up clinico sul controllo sintomi, monitoraggio della terapia del dolore, supporto psicologico rivolto al malato e ai suoi familiari durante il percorso di cure e nell’accompagnamento al lutto.
Inizialmente i progetti venivano affidati a medici specialisti a tempo pieno, che garantivano sì interventi di qualità ma senza continuità. Questa instabilità ha portato negli anni a difformità dell’offerta assistenziale tra i distretti di Ravenna, Faenza e Lugo, delineando una forte discontinuità nell’erogazione di assistenza medica. Per rafforzare il sistema delle cure domiciliari, l’Ail ha proposto di individuare alcuni medici di medicina generale che, su base volontaria, aderiscono al progetto, avviando dapprima un percorso di acquisizione delle competenze in cure palliative e successivamente, integrandosi con il medico di famiglia dell’assistito, prendono in carico i pazienti per rafforzare e intensificare gli interventi domiciliari. In questo modo si consente di territorializzare l’esperienza e la vocazione domiciliare propria dell’Ail formando, nella stessa medicina generale, dei professionisti contigui sia territorialmente che professionalmente al Medico di Medicina Generale.
Per quanto riguarda il faentino, il presidente di Ail Ravenna, Alfonso Zaccaria, e il referente per la zona di Faenza, Gaetano Blasi, hanno incontrato il sindaco Massimo Isola e l’assessore ai Servizi alla comunità, Davide Agresti. A loro l’Ail ha anticipato che, entro la fine del mese, partirà un supporto diretto per i pazienti oncoematologici del nostro territorio.
“Nello specifico -spiega il presidente, Alfonso Zaccaria– a livello provinciale quattro medici, finanziati dall’Ail, saranno a disposizione per 60 ore settimanali portando il loro supporto nelle famiglie e ai pazienti. Inoltre, proseguirà il servizio psicologico domiciliare con due figure finanziate a prestazione, servizio questo che non si è mai fermato nonostante la pandemia. Infine, l’Ail metterà a disposizione un infermiere che potrà accompagnare i pazienti nel caso di eventuali trasferte per essere sottoposti a terapie nei centri dell’Azienda sanitaria”.
“Con i referenti dell’Ail -ha invece sottolineato il sindaco Massimo Isola– ci siamo confrontati sul tema dell’apporto dato dal loro personale ai pazienti affetti dalle patologie seguite dall’associazione. Il confronto tra questa associazione, l’Asl e l’ente pubblico è alla base di un sistema di protezione sociale che vuole vincere le sfide del futuro e alzare l’offerta dei nostri servizi. L’accordo recentemente posto in essere anche per Faenza, con due medici che si occuperanno dell’assistenza domiciliare dei malati in fase acuta, che a breve partirà, migliorerà la qualità di vita di molte famiglie della nostra città. Un servizio che inoltre si indirizza verso quei temi sui quali, assieme alla Regione, lavoriamo da tempo: una medicina di territorio che guarda all’assistenza domiciliare, uno degli ambiti del nostro sistema sanitario dove dobbiamo crescere”.
“Quello con l’Ail -dice l’assessore Davide Agresti– è stato un confronto ricco e costruttivo. Il prezioso lavoro che l’associazione svolge, permette alla nostra comunità di avere una medicina di territorio, vicina, prossima. Parole chiave che rappresentano concetti e opere che ci indicano la direzione da intraprendere per la nostra sanità”.