A Casola Valsenio, che si fregia del titolo di “Paese delle Erbe e dei Frutti dimenticati“, le antiche tradizioni contadine locali di coltivazione delle piante si esprimono anche nella salvaguardia di alberi da frutto di varietà ormai abbandonate o uscite di produzione.
A questi frutti dimenticati Casola Valsenio dedica un doppio originale appuntamento autunnale: la Festa dei Frutti Dimenticati, arrivata quest’anno alla sua 28esima edizione, che si terrà nei weekend del 13-14 e 20-21 ottobre prossimi.
Tanti gli eventi in programma – dallo stand gastronomico nel campetto esterno alla palestra comunale a degustazioni, cocktail e aperitivi – dalle ore 10.00 alle 20.00 nelle vie del centro storico della cittadina. Ma non solo appuntamenti enogastronomici, la festa prevede infatti il mercato dei frutti dimenticati, mostre, visite guidate, concorsi, spettacoli di strada e giochi per bambini e adulti.
Piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo Medioevo, i frutti dimenticati sono solitamente caratteristici della stagione autunnale e rappresentavano, un tempo, una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per l’inverno.
Salvati dall’estinzione e recuperati per la gioia di chi li ha conosciuti e per chi li vede per la prima volta, ecco tanti bei frutti profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e, ovviamente, i marroni.
La ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare.
Per questo, nel corso della festa si svolge un concorso di marmellate, uno di dolci al marrone e uno tra i ristoranti delle vallate tra Imola e Faenza, “L’Indimenticabile”, giunto alla sua seconda edizione, mentre i ristoranti della zona propongono per tutto l’autunno la “Cucina ai frutti dimenticati”.
Si tratta di piatti che utilizzano i prodotti tradizionali del territorio, sia secondo la consuetudine sia in modo moderno, proponendo una cucina gradevole, naturale e dal forte potere evocativo.
Fra le ricette a base di questi frutti ricordiamo: la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i dessert con protagoniste le pere volpine, le castagne, l’alkermes, il vino e il formaggio.
Un gruppo di frutti dimenticati serve per preparare un antico piatto tipico, il “migliaccio”, che richiede mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane, raffermo grattugiato, canditi, riso e, secondo l’antica ricetta, sangue di maiale in aggiunta.
A Casola Valsenio, infine, i frutti dimenticati si sposano perfettamente con le piante aromatiche del locale Giardino delle Erbe e danno vita a piatti straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melagrana, ottime se condite con l’olio extravergine Brisighello.