Nella seduta di mercoledì 18 dicembre il Consiglio dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha approvato il bilancio di previsione 2025-2027.
Il bilancio è stato approvato con i voti favorevoli dei gruppi Centro sinistra per la Bassa Romagna, Vivi Bagnara, Alleanza Verdi sinistra – Partito socialista italiano; contrari i gruppi Alternativa Bassa Romagna, e Unione civica.
L’approvazione arriva dopo un percorso di condivisione che ha visto coinvolti non solo gli organi amministrativi, ma anche le associazioni di categoria e i sindacati, ai quali il documento era stato presentato con riunioni dedicate.
«È un’abitudine ormai consolidata quella di intraprendere, in fase di approvazione del bilancio, un percorso di confronto con tutte le associazioni economiche e con i sindacati, incontrati il 11 e 12 dicembre scorsi – dichiara il sindaco referente Riccardo Graziani -. Il bilancio dell’Unione vuole caratterizzarsi per serietà e consapevolezza, attraverso un’oculata gestione delle risorse in favore prima di tutto al mantenimento dei servizi essenziali».
Nel Bilancio di previsione per il triennio 2025-2027 sono previste risorse complessive a pareggio (ovvero con entrate equivalenti alla spesa): per il 2025 circa 79 milioni di euro, per il 2026 circa 66 milioni di euro e per il 2027 circa 64 milioni di euro.
Le differenze consistenti tra il primo esercizio e i successivi dipendono essenzialmente da risorse specifiche vincolate al primo esercizio. Inoltre, la parte corrente di competenza 2025 contiene al suo interno trasferimenti (statali, regionali, struttura commissariale per la ricostruzione) per le emergenze metereologiche del 2023-2024 per 3.493.291,75 euro, non prevedibili negli esercizi successivi.
L’Unione, essendo essenzialmente un ente a finanza derivata, trae la maggioranza delle proprie risorse dai trasferimenti (42.519.177,05 milioni di euro) dai Comuni afferenti o da altri enti ipotizzati a quote essenzialmente invariate per il triennio (a eccezione dell’andamento dei trasferimenti Pnrr, delle quote correnti Atuss e dei trasferimenti per le emergenze metereologiche previste solo per il 2025).
Di seguito, l’importo dei trasferimenti correnti per ente erogante e la relativa percentuale sul totale dei trasferimenti correnti: trasferimenti Pnrr per 475.125,19 di euro (1%); trasferimenti per l’emergenza metereologica 3.493.291,75 di euro (6,25%), trasferimenti dello Stato 1.471.148,28 di euro (3%), trasferimenti della Regione 4.125.169,95 di euro (10%), trasferimenti da Ausl 2.680.833,87 di euro (6%); trasferimenti da altri enti 575.573,36 di euro (1%); trasferimenti dai Comuni 29.698.034,65 di euro (70%).
La parte preponderante della spesa riguarda i servizi educativi (35% contro i 32,36% del bilancio corrente iniziale 2024) e i servizi sociali, (25% contro i 22,35% del bilancio corrente iniziale 2024) che da soli rappresentano il 60% del bilancio effettivo.
Il totale degli investimenti ammonta per il 2025 a 7.333.818,75 di euro e per il 2026 a 2.124.500 milioni di euro: si tratta essenzialmente di risorse desinate a progetti finanziati dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito dell’Agenda di trasformazione urbana per lo sviluppo sostenibile (Atuss) per più di 7 milioni in due anni, relativi ai progetti di Bicipolitana e architettura verde urbana.
A questi si aggiungono i contributi regionali «Smart city, tetti fotovoltaici nelle scuole» di quasi 560mila euro, più lo stralcio dell’auditorium del Comune di Lugo a servizio dell’Unione per circa 570mila euro e il saldo del completamento del centro per l’impiego di quasi 400mila euro.
Due i progetti Pnrr in capo all’Unione, entrambi dedicati al sociale: percorsi di autonomia per le persone con disabilità (circa 300mila euro) e «Housing First» (circa 470mila euro).
«Gli investimenti dell’Unione diventano un’opportunità per i Comuni – sottolinea il sindaco Graziani -. I singoli enti infatti difficilmente potrebbero avere il peso specifico necessario per entrare in modo vincente nelle graduatorie dei bandi regionali e non solo. Così facendo, e senza gravare sui bilanci comunali, riusciamo a portare interventi aggiuntivi sul territorio, volti a migliorare la qualità della vita».
Venendo ai tributi, la manovra fiscale è di competenza dei singoli enti la cui dimensione è ancora in corso di definizione verrà formalizzata in sede di presentazione del bilancio di previsione dei singoli enti.
Per i servizi educativi la percentuale di intervento a carico delle risorse dell’Unione (e quindi dei Comuni) si è costantemente incrementata passando dal 43,4% del 2023 al 44,79% del 2024 e al 46,33% del 2025, a compensare le minori risorse straordinarie e da trasferimenti (da enti e soggetti pubblici), progressivamente diminuite.
È stato quindi stabilito un incremento delle rette dei servizi educativi e scolastici per l’anno 2025 (a partire dal mese di settembre 2025 e valevoli per l’intero anno scolastico 2025-2026 e per i centri estivi 2025) del 4%, mentre per la mensa scolastica è previsto un incremento del 4% a partire dal mese di gennaio 2025 e senza ulteriori aumenti da settembre 2025. Questi aumenti servono per coprire l’aumento del costo del lavoro.
Per quanto riguarda le rette dei servizi rivolti agli anziani e alle persone disabili, l’incremento previsto è del 6% a partire dal 1 gennaio 2025; gli aumenti sono dettati dal rinnovo del Ccnl delle cooperative sociali, dunque dall’aumento del costo del lavoro, che si riflette sul bilancio dell’Unione.
Dal 1 gennaio 2025 verrà rimodulato il meccanismo di calcolo delle rette afferenti il servizio di trasporto sociale, per renderle uniformi su tutto il territorio dell’Unione, in base alle percorrenze e tenendo conto della sempre più crescente esigenza di accompagnamento a presidi sanitari ubicati anche fuori provincia di Ravenna.
La manovra interessa rette e tariffe dei servizi a domanda individuale, per conseguire gli equilibri di bilancio. Sia per il sociale che per gli educativi, le rette coprono il 33% del costo effettivo dei servizi (stessa percentuale del 2024): la percentuale restante è coperta dai Comuni o da trasferimenti specifici ordinari o straordinari (questi ultimi in calo rispetto agli anni passati).
«Il fatto che da un lato vengano a mancare risorse straordinarie e vi siano costi ulteriori in capo ai Comuni e, dall’altro, non appaiano all’orizzonte misure volte a sostenere il sistema delle autonomie locali, ma addirittura nuovi tagli, determina un effetto peculiare: la copertura dei servizi assicurata dai nostri enti aumenta, in termini percentuali, in maniera significativa – ha sottolineato il sindaco Riccardo Graziani -; al contempo, lo sforzo per continuare a garantire tali servizi non può essere sostenuto solo dagli enti, ma diviene necessaria una compartecipazione da parte di chi usufruisce di tali servizi. Ci siamo comunque impegnati per far sì che una parte preponderante (e sempre in aumento) del costo dei servizi, essenziali per molte famiglie, continuasse a essere a carico dell’ente pubblico».