“A differenza di quanto accaduto nell’alluvione del 2023, i dipendenti dell’azienda sanitaria della Romagna non vedranno riconosciute economicamente le giornate di attività impegnate nell’alluvione del corrente anno. Purtroppo l’impegno profuso da queste persone mosse dal senso del dovere e della solidarietà, si ripercuoterà anche in termini di costi sulle stesse risorse umane di fatto classificate assenti dal lavoro senza retribuzione nonostante l’azione nobile prodigata attivamente a favore della comunità. È proprio il caso di affermare che ‘oltre al danno segue la beffa’! E sull’argomento, tra l’altro, appaiono giuste e opportune le rimostranze della CGIL che invoca un intervento diretto della Regione e del Governo, anche se trattandosi di materia di competenza squisitamente sanitaria si ritiene fuori luogo una richiesta estesa anche allo stato quando, come noto, la sanità è in capo all’ente bolognese di viale Aldo Moro. A questo punto confidiamo davvero sulla sensibilità del neo assessore regionale alla sanità Massimo Fabi e in particolare del presidente Michele De Pascale affinché facciano sentire la loro voce con la direzione aziendale Usl per riconsiderare la decisione assunta. Si ritiene, peraltro, che lo stesso De Pascale avendo ben noti i gravi problemi causati dall’alluvione in occasione della quale i volontari del fango hanno svolto funzioni di grande importanza, intervenga per risolvere questo increscioso inconveniente assumendo una decisione di assoluto buon senso.”