Piani speciali ancora assenti. I finanziamenti per i piani che dovrebbero permettere la messa in sicurezza del territorio dopo le alluvioni del 2023 e del 2024 non sono ancora stati trovati. Dopo l’alluvione del maggio dello scorso anno, i piani speciali erano attesi a giugno 2024. La consegna è poi slittata al termine dell’estate, quindi ad autunno inoltrato. L’incontro decisivo di fine ottobre però non ha portato a nessuna approvazione. I comuni romagnoli avevano fissato un’ultima data per l’inizio di novembre, minacciando una protesta in caso di nuovo slittamento. L’approvazione però non è ancora arrivata e nemmeno la protesta. Dopo i ritardi relativi al contenuto dei piani, negli ultimi mesi si è andato lentamente a materializzare il problema delle coperture finanziarie. Al momento sono stati stimati 4 miliardi e mezzo per poter progettare e realizzare opere di difesa nel corso dei prossimi 10-12 anni. Si parla di bacini allagabili, casse d’espansione, sistemi di difesa delle aree urbane, nuovi argini, barriere, opere all’interno dei fiumi e molto altro. Per capire l’urgenza del piano, basti pensare che l’unica opera di difesa del territorio ravennate, le casse d’espansione di Tebano, pensate una trentina d’anni fa lungo il Senio, non sono mai state ultimate.