“In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Anpi di Faenza conferma il proprio impegno perché cessino i crimini e le discriminazioni che tante donne ancora subiscono e perché vengano adottate politiche concrete volte a combattere ogni forma di violenza di genere.

In questo giorno l’Anpi ricorda le tante partigiane che hanno combattuto per la libertà durante la Resistenza.

Per la prima volta le donne presero parte da protagoniste alla lotta per riconquistare all’Italia un posto fra le nazioni libere. Le loro battaglie non erano solo contro il fascismo e il nazismo, ma anche per i loro diritti e la loro dignità. Per questi ideali migliaia di loro furono ferite, torturate, uccise. Il loro coraggio e la loro determinazione restano un esempio per la società di oggi. Le 21 “madri costituenti” hanno fatto si che il tema della parità – espresso nell’articolo 3 della Costituzione – sia un cardine dell’uguaglianza dei cittadini e condizione per il pieno sviluppo della persona.

Dopo ottant’anni si deve ancora riconoscere che dietro le violenze, gli stupri e gli omicidi delle donne c’è una cultura patriarcale e maschilista mai sconfitta, indice di grave arretratezza. Deve saperlo il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: proprio per il ruolo che ricopre ha fra i suoi compiti la promozione di politiche educative nelle scuole tali da favorire il superamento dei pregiudizi contro le donne che sono d’intralcio per la crescita sociale e culturale.

Per queste ragioni l’Anpi di Faenza esprime piena condivisione e sostegno al documento sottoscritto da decine di insegnanti del Liceo Torricelli-Ballardini. Riferendosi alle Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica dello stesso ministro, i firmatari affermano che in esse manca «ogni azione educativa mirante alla riflessione sull’educazione all’affettività, alla sessualità e al contrasto della violenza di genere».

Le attenzioni del ministro Valditara sono invece concentrate sulla “formazione alla coscienza di comune identità italiana” (quando andrebbe considerato il valore rappresentato dall’incontro pacifico e fruttuoso di culture diverse), sull’impresa e l’iniziativa economica privata (eludendo i limiti previsti dagli articoli 41 e 42 della Costituzione), sulla crescita economica quale valore in sé senza specificare come essa possa condurre, là dove deriva da investimenti in armamenti e in attività ecologicamente nocive, ad aumentare i rischi che minacciano la sopravvivenza sul pianeta. Concludiamo sostenendo fermamente le ultime dichiarazioni degli insegnanti firmatari:

«Da docenti al servizio della Repubblica e non di un governo e di un ministro che pare interessato a tutto tranne che ad avere cittadini critici e consapevoli, seguiremo il dettato dell’articolo 33: la nostra libertà di insegnamento sarà la libertà delle nostre classi di prendere atto delle indicazioni didattiche del Ministero ma di progettare i nostri percorsi in autonomia».”