La CISL Romagna insieme al Coordinamento Donne CISL Romagna nella mattinata di venerdì 15 novembre 2024 ha organizzato, presso il Teatro comunale di Gambettola, un convegno dal titolo “Violenza di genere: come riconoscere i segnali”, in previsione della prossima giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Il convegno aperto dai saluti del sindaco di Gambettola Eugenio Battistini, grazie agli interventi delle associazioni presenti, esperte sul tema della violenza di genere, ha aiutato a riflettere insieme sulle difficili dinamiche di coppia e capire come individuare al più presto i segnali di pericolo. Erano infatti presenti Vincenzo Vannoni dell’associazione Dire uomo, un gruppo di psicologi e psicoterapeuti di rimini che offrono un servizio specifico di ascolto e di aiuto a uomini autori o potenzialmente autori di violenza verso le donne e Giovanna Santoro di Voce Amaranto, organizzazione no profit di Savignano sul Rubicone che svolge attività culturali di contrasto alla violenza di genere presso lo Sportello antiviolenza ALBA, nel Distretto del Rubicone. Toccante è stata poi la testimonianza di Romina Bracci una donna, riuscita ad uscire dalla spirale della violenza grazie al supporto delle Forze dell’ordine, del Sindacato CISL e della rete anti violenza presente sul territorio. Moderatrice della mattinata è stata la Responsabile coordinamento donne CISL Romagna Laura Chiarini.

Nel nostro Paese circa 150 donne vengono uccise ogni anno, quasi una ogni 2 giorni. Le Nazioni Unite hanno stimato che nel 2021 nel mondo ci siano stati 45 mila casi di donne assassinate, circa una ogni ora, un vero e proprio massacro.

“Il fenomeno della violenza di genere si verifica purtroppo in molti contesti – ha sottolineato il Segretario generale della CISL Romagna Francesco Marinelli in apertura del convegno -. Per questo riteniamo fondamentale cercare di riconoscere i segnali della violenza, perché si possono salvare delle vite ed aiutare così in tutti i modi le donne che si trovano in difficoltà”.

“Conoscere la spirale della violenza, che parte dall’isolamento della persona, una sua svalorizzazione continua, per poi passare alla segregazione e alla violenza fisica e psicologica, intramezzate da riappacificazioni che illudono ma che sono sempre seguite da ricatti o intimidazioni. Spesso le vittime vivono nella paura e nell’isolamento, cosa che rende sempre più difficile riconoscere la situazione da parte di amici o familiari”.

“Purtroppo anche nei luoghi di lavoro sono fortemente in aumento i casi di ricatti sessuali soprattutto sulle donne, ma dobbiamo evidenziare come la violenza sui luoghi di lavoro sia in assoluto il tipo di violenza meno denunciata, per paura della vittima di perdere il proprio posto di lavoro o di essere giudicate dai familiari, dalla società o di non essere creduta e subire mobbing o bullismo da parte del molestatore e dai suoi complici”.

Secondo Istat sono quasi due milioni le donne, tra il 2022 e 2023, che hanno dichiarato di aver subito almeno una volta molestie o ricatti sul posto di lavoro, nonostante esista l’obbligo da parte dei datori di lavoro di tutelare l’integrità fisica e morale dei dipendenti, ma solo il 2,3% delle donne ha contattato le forze dell’ordine per fare denuncia.

“Come CISL siamo fortemente impegnati nella assistenza e nella tutela delle vittime, attraverso gli strumenti che abbiamo e cioè la contrattazione. Attraverso questa abbiamo realizzato accordi che mettono in campo strumenti che tutelino concretamente la vittima e la aiutino a mantenere il proprio posto di lavoro anche in caso di assenze dovute proprio alla violenza subita, ad esempio prevedendo l’estensione del periodo di congedo retribuito, oppure l’ottenimento di un contributo aziendale o l’anticipazione del TFR, e in alcuni casi offrendo supporto e risorse alle vittime con consulenze e percorsi di assistenza”.

Uno studio Adapt evidenzia come i 30 Contratti Collettivi nazionali più applicati contengono almeno un rimando al fenomeno della violenza: nel 56% riguardano la prevenzione e il contrasto del mobbing e delle molestie sessuali nei luoghi di lavoro e nel 44% individuano misure di tutela specifica per le vittime di violenza.

In alcuni contratti aziendali è stata inserita la nuova normativa sul “whistleblowing“che consente le denunce in modo anonimo su tanti aspetti aziendali, comprese le molestie  e senza ritorsioni sul denunciante, tutelando il dipendente che segnala illeciti.

“Riteniamo urgente promuovere una cultura del rispetto e della prevenzione – conclude Marinelli – creare un ambiente dove le vittime possano sentirsi ascoltate e supportate nella loro azione di denuncia. Gli operatori del settore e delle forze dell’ordine devono essere formati in modo da poter intervenire nel minor tempo possibile riconoscendo subito i segnali di violenza, ma devono esserci anche normative che permettano pene certe e percorsi definiti a tutela della vittima”.

“E’ responsabilità di tutti, a partire dalla società civile fino alle istituzioni, garantire che la violenza di genere venga affrontata con serietà e urgenza senza minimizzare l’episodio, come ancora tante volte succede, per costruire un futuro in cui ogni individuo possa vivere libero dalla paura e dalla violenza”.