“Mercoledì 13 novembre Confagricoltura Ravenna nelle persone di Domenico Emiliani Zauli Naldi (Vice Presidente), Nicola Servadei (Consigliere), Antonella Marchini (Consigliere), hanno incontrato i candidati del Movimento 5Stelle alle prossime elezioni regionali Massimo Bosi (Coordinatore Provinciale M5S ed Assessore al Comune di Faenza), Anastasia Ruggeri e Antonella Ravagli, per mettere in campo le necessità e le priorità che penalizzano l’agricoltura della Romagna. Come già avvenuto in passato , il Movimento si impegna a dare il suo contributo fattivo affinché le gravi  difficoltà in cui versa questo comparto possano trovare una soluzione.

Purtroppo però gli ostacoli sono molti. Se i danni conseguenti all’alluvione sono a conoscenza di tutti e sono una piaga che ha messo in crisi le molte aziende del nostro territorio, purtroppo le risposte e soprattutto i rimborsi devono attendere tempi ancora lontani; soprattutto, gli interventi più efficaci per mettere in sicurezza il territorio non sono prevedibili prima di 10 anni.

Le radici della crisi di questo settore però hanno origini più indietro, infatti le aziende del nostro territorio non solo devono sostenere pressioni fiscali come in nessun’altra regione, ma devono competere con realtà extra confine che godono di meno restrizioni nella gestione e nella programmazione della produttività. Non è raro infatti che ci si trovi a dover svendere i propri prodotti sottocosto, con tariffe che restano invariate da oltre un decennio.

Altro punto dolente è la mancanza di manodopera, dovuta al fatto che gli immigrati nel nostro paese faticano a trovare una stabilità dal punto di vista normativo e per quanto riguarda le modalità di accoglienza quali difficoltà nel rinnovo dei permessi di soggiorno, mancanza di mediatori culturali, scarsa reperibilità di alloggi. Problemi altrettanto gravosi sono la necessità di rimodernare gli impianti con “frutteti resilienti” e con colture che tengano conto dei cambiamenti climatici; non di meno occorre fronteggiare le leggi di un mercato dettato dalla GDO ovvero dalla Grande Distribuzione Organizzata, oltre al fatto che bisogna sensibilizzare e incentivare gli agricoltori alla cura costante del proprio territorio e osteggiare gli allevamenti intensivi.

Si tratta di responsabilizzare la cittadinanza con tavoli di lavoro e di confronto per far sì che la popolazione acquisisca maggiore consapevolezza circa l’altissima qualità dei prodotti made in Romagna, affinché si torni a considerare l’agricoltura come una ricchezza primaria del nostro territorio. L’appello e l’impegno chiesto ai politici è che queste considerazioni non restino parole, ma che si possano trovare insieme i motivi e le strategie per migliorare questa situazione di particolare criticità, aprendosi a tutte le realtà del territorio che gode di numerose Associazioni, ma anche ai giovani a partire dalle scuole.”