Don Minzoni, uomo e sacerdote. Di questo si parlerà al convegno “Don Minzoni, tra missione sacerdotale e impegno sociale” in programma il 15 e 16 novembre alla Sala Bandini di via Boccaccio. Una due giorni di studio voluta dall’arcidiocesi di Ravenna-Cervia, dalla parrocchia di Argenta, da Agesci, Masci e scout d’Europa, con i più importanti studiosi della figura del sacerdote per il quale è stata avviata la causa di beatificazione. «L’aspetto che tutti conoscono della sua vita è l’antifascismo – spiega il vicepostulatore della causa di beatificazione di don Minzoni, don Rosino Gabbiadini – ma non è l’unico. Con questo convegno vogliamo mettere a fuoco la sua figura di uomo e di prete, la sua spiritualità, la sua vita interiore».
Quattro le sessioni del convegno, che approfondiranno la formazione di Don Minzoni, il tempo della Grande guerra e del fascismo, gli scritti del sacerdote e alcuni aspetti biografici. Più divulgativa l’ultima tavola rotonda, coordinata da Giovanni Battista Bachelet e dedicata all’ “eredita e all’attualità dell’opera di don Minzoni” con Giuseppe Vacca, Alberto Melloni, Flavia Piccoli Nardelli e il postulatore della causa di beatificazione, padre Gianni Festa.
La prima giornata del convegno si aprirà con l’accoglienza e i saluti istituzionali alle 9.30, di monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia, del prefetto Castrese De Rosa, di Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna e di Livia Molducci, assessora del Comune di Ravenna.
Alle 10 inizierà la prima sessione dedicata al “Contesto di formazione”, moderata da Alfonso Botti (Università di Modena e Reggio Emilia), con interventi di storici e accademici, tra cui Daniele Menozzi della Scuola Normale di Pisa, Maria Lupi dell’Università Roma Tre e Paola Dal Toso (Università degli Studi di Verona). Nel pomeriggio, la seconda sessione affronterà “Le declinazioni del dovere”, analizzando il periodo della Grande Guerra e la nascita del fascismo. Gianpaolo Romanato (Casa Museo Giacomo Matteotti) modererà gli interventi di esperti come Maria Paiano (Università di Firenze) sulle pratiche liturgiche dell’Italia nella prima guerra mondiale, Niccolò Panaino (Università di Ferrara), che si soffermerà sul cristianesimo sociale di don Minzoni e Andrea Bosio sull’influenza dell’insegnamento di Baden Powell sulla pastorale del sacerdote.
Il 16 novembre si aprirà alle 10 con una sessione intitolata “Navigare tempi difficili. La bussola dei suoi scritti”, moderata da Andrea Baravelli dell’Università di Ferrara. Gli interventi di Gian Luigi Melandri e don Rosino Gabbiadini, vicepostulatore della causa di beatificazione, offriranno un’analisi dell’esperienza della guerra e della figura del prete nei Diari di don Minzoni e poi don Francesco Viali della diocesi di Ferrara-Comacchio parlerà dei suoi schemi pastorali.
Nel pomeriggio, gli approfondimenti biografici si concentreranno sugli aspetti più personali che hanno plasmato don Minzoni, come la scuola sociale di Bergamo, di cui parlerà Alessandro Angelo Persico (Università Cattolica del Sacro Cuore). A seguire, Andrea Baravelli illustrerà la ricostruzione giudiziaria della morte di don Minzoni, a partire dal libro che ha scritto con Paolo Veronesi “L’affaire don Minzoni: l’omicidio, le inchieste, i processi”. E Giovanni Cavagnini (Università degli studi Tor Vergata) parlerà della “memoria carsica” della figura del sacerdote.
«È forte in noi la convinzione che occorra ricostruire, confermare e comprendere il percorso intrapreso da questo giovane prete romagnolo – scrive il professor Andrea Baravelli, curatore scientifico -, che con coraggio e rigore, senza deflettere mai dall’intenzione di servire cristianamente il gregge affidatogli dal Signore, affrontò una serie di prove impegnative: la missione pastorale ad Argenta, una terra connotata dallo spirito anticlericale, l’esperienza tra i fanti contadini nelle trincee, come cappellano militare, il difficile confronto, nel dopoguerra, con il massimalismo socialista e l’intolleranza squadrista. Il convegno ha tra i suoi principali obiettivi, per capire le ragioni del martirio consumatosi in un’afosa serata di agosto, quello di delineare il contesto di formazione del giovane sacerdote».