La Diocesi di Imola entra nella “Comunità energetica rinnovabile Ecologia Integrale”, costituita dalla Diocesi di Faenza e da altri enti ecclesiastici. Questo primo passo rappresenta per tutta la Diocesi «un segno tangibile di un percorso di discernimento, approfondimenti ed incontri fatti all’interno dell’Ufficio Pastorale Lavoro e Ambiente, nato con l’obiettivo di attuare le indicazioni della Settimana Sociale dei Cattolici di Taranto del 2021 che metteva l’ambiente e l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco al centro – sottolinea il vescovo di Imola, monsignor Giovanni Mosciatti -. Infatti “ecologia integrale” è un concetto chiave dell’enciclica: tutto è connesso, la cura del creato infatti ha implicazioni positive non solo sull’ambiente, ma è legata a questioni di giustizia sociale ed economica».

Nel 2020, in una piazza San Pietro deserta a causa del Covid, risuonavano le parole di Papa Francesco: «Nessuno si salva da solo». In una società sempre più individualistica, piena di conflitti e divisioni, «crediamo fortemente che rimettersi insieme, condividere un percorso, fare comunità, sia urgente e necessario per la salute precaria della nostra società – aggiunge monsignor Mosciatti -. Nello specifico la Comunità energetica va oltre, è un processo popolare, il cittadino diventa “prosumer”, cioè produttore e consumatore di energia. Questo modello favorisce una partecipazione attiva alla vita comunitaria, rafforza i legami sociali e promuove la giustizia energetica. Così è possibile costruire un futuro sostenibile e solidale, dove l’energia non è solo una risorsa, ma un bene comune condiviso».

La comunità energetica, nata a Faenza, ma abbracciata negli intenti da Imola, è il risultato di un impegno condiviso tra parrocchie, famiglie, imprenditori e varie realtà del territorio. L’energia che verrà prodotta con i pannelli fotovoltaici sui tetti di parrocchie e strutture ecclesiali, con il coinvolgimento di privati, aziende e comunità, non solo soddisferà il fabbisogno energetico, ma contribuirà anche a ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e a combattere la povertà energetica. Con la Diocesi di Faenza è stata trovata una grande condivisione di valori e di intenti, per questo motivo è stato facile fare comunità e mettersi insieme per lavorare per il bene comune.

L’equipe è al lavoro per delineare le regole operative della CER, insieme ai tecnici si stanno individuando i siti di produzione e studiando la suddivisione del territorio e della rete elettrica in cabine primarie. In fase di elaborazione anche un piano industriale e di rientro degli investimenti, consapevoli che ​per concretizzare quanto detto occorre elaborare un progetto sostenibile anche sul piano economico.
«Adesso è tempo che tutte le parrocchie, le scuole, le associazioni e le famiglie della nostra diocesi partecipino attivamente a questo progetto – conclude il vescovo di Imola -. Siamo chiamati a vivere questa trasformazione non solo come un cambiamento tecnico, ma come un percorso di crescita spirituale e comunitaria. Ogni contributo, grande o piccolo, sarà prezioso per costruire insieme un futuro più giusto e sostenibile. La nostra comunità energetica è un segno tangibile della nostra fede in azione. È un modo concreto di rispondere all’appello di Papa Francesco per una conversione ecologica, promuovendo la sostenibilità e la giustizia sociale. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto e invito ciascuno di voi a continuare a pregare e a lavorare per il bene comune».