Il 29 ottobre è stato eletto, di fronte a oltre cento partecipanti e una sessantina di delegati, il nuovo segretario generale della Uiltec Emilia Romagna. Si tratta di Filippo Spada, fino ad ora segretario provinciale del sindacato che tutela i lavoratori dell’ambito energetico, chimico, nonché della farmaceutica, del tessile, del biomedicale e della ceramica. Al consiglio regionale svoltosi a Bologna che ha individuato nel sindacalista ravennate il successore di Vittorio Caleffi, sono intervenuti anche il segretario regionale della Uil, Marcello Borghetti, nonché la segretaria generale della Uiltec, Daniela Piras.

Il cambio al vertice regionale, che ha visto Caleffi passare il testimone a quello che è la guida della Uiltec ravennate dal 2020, avviene in una fase di profonda trasformazione del settore e che ha visto nella provincia bizantina l’affermarsi di un modello che trova con questa elezione ulteriore legittimazione ai livelli superiori: “La riorganizzazione che l’ambito energetico e chimico sta vivendo è cruciale, perché interessa un comparto strategico per il futuro economico del Paese. A Ravenna si sta costruendo un percorso per cui la transizione tiene assieme il tema ambientale con quello della tenuta sociale”, afferma Spada. Il nuovo segretario regionale Uiltec ha ricordato come “con il rigassificatore, la captazione e stoccaggio della CO2 (CCS), il mantenimento della produzione nazionale di gas e il progetto Agnes si fornisce una risposta al fabbisogno energetico futuro, ma anche al mantenimento delle produzioni cosiddette “hard to abate”, fondamentali per la competitività del nostro sistema economico e la tenuta dei livelli occupazionali”.

Per Vittorio Caleffi, che sarà chiamato a nuove responsabilità di livello nazionale, quella di Spada è un’elezione “che garantisce perfetta continuità su una linea che in Uiltec abbiamo condiviso da tempo: la transizione deve essere giusta. L’interesse ambientale non può entrare in conflitto con quello della tutela del lavoro e i costi di questa trasformazione non possono essere messi sulle spalle dei lavoratori”.