il TAR per la Regione Emilia Romagna, con Sentenza numero 00728/2024 pubblicata il 21/10/2024 , si è pronunciato in maniera contraria alla richiesta di alcuni soggetti privati che si erano rivolti al Tribunale Amministrativo stesso per ottenere il risarcimento del danno conseguente la mancata concessione della quarta proroga della convenzione con cui il Comune di Faenza aveva affidato loro i lavori per l’estrazione della ghiaia in località Ca’ Lolli, convenzione funzionale alla realizzazione di una delle casse di espansione sul fiume Senio.

“Al di là del contenuto giuridico della vertenza che qui non rileva,  la sentenza conferma quello che vado dicendo da mesi: il Comune di Faenza, e conseguentemente la Regione Emilia Romagna in concerto con l’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale (costantemente informata negli anni di quello che stava accadendo), non doveva e non poteva concedere non solo la quarta proroga, ma nemmeno la seconda e la terza” ad affermarlo è Stefano Bertozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale.

“Dalla lettura degli atti emergono alcuni elementi incontrovertibili e inquietanti, il Comune di Faenza prima, l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina dopo, non potevano concedere ex lege più di una proroga alla convenzione stipulata nel 2015, inoltre – come i privati lamentano – le amministrazioni citate non hanno mai provveduto alla nomina dei collaudatori e/o referenti per l’alta sorveglianza per l’attuazione dei ripristini, tanto da provocare (è vero o non è vero non spetta a me giudicare) le dimissioni del Direttore dei Lavori per i ripristini, nominato dalla società privata convenzionata” continua Bertozzi.

“La sostanza della questione è che due proroghe illegittime sono state concesse ritardando di due anni la chiusura, la terza è stata rifiutata, e le Casse di Espansione pensate per calmierare le piene del torrente Senio non sono state realizzate, nonostante i fondi pubblici per la loro realizzazione fossero stati stanziati.
La mancata realizzazione delle casse è una delle cause dei danni, o almeno di una parte rilevante di essi, che sono stati arrecati dai fenomeni alluvionali alla popolazione, al territorio, ai Comuni di Faenza, Castel Bolognese e Solarolo nel maggio del 2023.

Il tema è stato già oggetto nei mesi scorsi di un esposto alla Procura della Repubblica da parte del sottoscritto, e questa sentenza sarà oggetto di un’integrazione all’esposto che presenterò nell’arco dei prossimi giorni, perché se ci sono responsabilità penali queste devono essere individuate e chi ha sbagliato deve pagare.

E’ evidente che la mancata realizzazione di un’opera da più parti ritenuta strategica, necessaria ed indispensabile, tanto da essere ancora oggi inserita (anche se non è chiaro con quali modalità) nei piani strategici di tutela del territorio, non è stata portata a termine per errori, mancanze, interpretazioni della norma sconfessate dallo stesso Tribunale Amministrativo.
Non sono stati il caso o la sfortuna ad impedire la realizzazione delle casse, e nemmeno il mercato, ma una gestione superficiale, l’imperizia, o altro che dovrà essere eventualmente individuato da chi ha il potere di farlo” accusa Bertozzi.

Il consigliere comunale torna sul tema della fidejussione: “La concessione di proroghe illegittime è stata accompagnata dalla mancata escussione delle fidejussioni, e temo che questa sentenza possa pregiudicarne l’incasso anche oggi che si sta agendo in via giudiziale contro le compagnie assicurative che quelle fidejussioni hanno concesso.

La politica deve assumersi le proprie responsabilità, dire oggi “avevo ragione” non mi rincuora, ma lascia solo una grande amarezza.
Una cattiva gestione è stata la causa di una parte rilevante del danno che ha colpito la nostra terra e i nostri cittadini, questa cosa va denunciata politicamente e mi auguro che anche la giustizia penale – se ravviserà elementi di reato – possa fare finalmente il suo corso.

Ciò deve essere di monito perché questo non debba e non possa più accadere, il candidato De Pascale non può limitarsi a dire che le strutture tecniche della Regione forse non sono totalmente adeguate, deve dire che anche la politica non è stata in grado, o non ha voluto, utilizzare gli strumenti e le risorse a disposizione per difendere il territorio.
I fondi c’erano, gli strumenti c’erano, il tempo c’era, ciò che è accaduto dimostra che è mancata probabilmente la volontà, quasi sicuramente la competenza, certamente il rispetto.”