“Dopo l’ennesimo scontro con esito mortale sulle nostre strade, una cittadina ha sentito come indispensabile richiamare le Istituzioni (e questo di conseguenza, siamo noi a dirlo, vale soprattutto per la parte politica che le controlla) a quello che dovrebbe essere «un impegno costante da parte delle istituzioni e naturalmente dei cittadini per creare un ambiente stradale più sicuro per tutti e per non dover assistere impotenti all’ennesima disgrazia». Il testo si riferisce ad una specifica problematica di viabilità a seguito di multipli accadimenti recenti ma, cambiando l’identificativo della strada, vale per molteplici situazioni a cui, infatti, fanno seguito altrettante lettere che, spesso, non raggiungono gli organi di stampa o, semplicemente, non vengono pubblicate.

Seguono indicazioni e suggerimenti che più volte abbiamo sentito pronunciare, anche dalle stesse bocche di quei rappresentanti nelle Istituzioni chiamati ad agire e non ad unirsi al coro. Perché proprio questo è il punto: passa il tempo ma non se ne fa nulla. Niente sull’implementazione di un trasporto pubblico a trazione elettrica che consenta di tagliare sia le emissioni nocive che la mobilità individuale connettendo, in maniera continuativa e attrattiva per l’utenza, il capoluogo al forese e ai lidi. Niente nemmeno per quanto riguarda quelle indispensabili misure perché, almeno nei punti critici (che sono già stati ampiamenti identificati in piani successivi), si abbia la messa in sicurezza attraverso la opportuna separazione protetta (ed una riga sull’asfalto non è tale) delle percorrenze dei diversi utenti (a quattro e più ruote, a due e pedoni). Inutile, ancora, ricordare che alla presenza di operatori della sicurezza sulle strade non costituisce alternativa la proliferazione di autovelox anche se questi, evidentemente, aiutano i bilanci comunali. Eccetera. Più volte come Ravenna in Comune ne abbiamo sollecitato l’attuazione. Avevamo posto delle precise condizioni anche alla nostra favorevole votazione del PUMS (a proposito: che fine ha fatto l’annunciato aggiornamento?) ma, come “vuolsi così colà dove si puote”, anche di queste non si è fatto niente ed anche questa Giunta sta per fare i bagagli.

Eppure l’emergenza non è solo nella testa della cittadinanza. L’insicurezza stradale è reale e non solo percepita. Certo, in tutta la Regione le strade sono tra le più pericolose d’Italia (nel 2023 ci sono stati 16.809 incidenti, in crescita rispetto al 2022 quando furono 16.679) ma è la provincia di Ravenna a far veramente paura, con un tasso di mortalità del 7.2, calcolato ogni 100 mila abitanti. Non è solo un’impressione che deriva dalla lettura quotidiana di auto che cappottano, camion fuori strada, ciclisti travolti e pedoni che volano via come fuscelli. Nel 2023 si sono registrati 28 morti sulle strade della provincia, il peggior dato della Romagna. Anche perché da sola la nostra provincia conta la metà dei morti complessivi: Forlì-Cesena e Rimini contano 30 morti ma assieme.

Se il Sindaco e Presidente della Provincia si ricordasse che ha ancora un lavoro, che non è andare in giro in tutta Italia per promuovere il prossimo, potrebbe rimediare ad anni di inconsistenza con una apprezzabile focalizzazione sui problemi maggiormente sentiti dall’elettorato ravennate (che poi voterà anche il prossimo 17 novembre). Se ha bisogno di un promemoria, ci pensiamo noi di Ravenna in Comune: caro de Pascale, se non lo hai ancora capito, arrivare vivi alla meta sulle insanguinate strade ravennati è una priorità sentita da tutte e tutti noi!”

Ravenna in Comune