“Tra luoghi di lavoro al caldo durante l’estate, acqua color ruggine dai rubinetti delle stanze di degenza, un vetusto parco auto per i servizi di assistenza domiciliare, personale sanitario che deve svolgere attività di sgombero per pulizia di magazzini e guardiole nei reparti di degenza, aggressioni verbali e fisiche e tutte le problematiche connesse agli organici e alla gestione delle assenze la situazione nei reparti e servizi dell’Azienda USL della Romagna non è affatto delle migliori.

Come UILFPL di Ravenna da tempo denunciamo una situazione al limite che ricade sui professionisti del settore duramente provati da un graduale ridimensionamento del numero di dipendenti che inevitabilmente incide sui carichi di lavoro, sugli istituti contrattuali e sulla gestione dei turni. Ragion per cui, coerentemente alle nostre istanze, nel mese di giugno come UILFPL non abbiamo siglato l’accordo sindacale che prevedeva del lavoro aggiuntivo per il personale dipendente peraltro auto finanziato dai fondi contrattuali e non dal bilancio aziendale.

Le lavoratrici e i lavoratori dell’Azienda USL della Romagna chiedono di poter lavorare in sicurezza, di avere certezza dei propri istituti contrattuali, di poter conciliare al meglio i tempi di vita e di lavoro. Pretendere dai dipendenti di farsi carico di problematiche organizzative legate al ridimensionamento degli organici non è certo la soluzione corretta. Pagare le persone semplicemente perché lavorino di più non è valorizzazione.  Così come non si possono tollerare e né tanto meno giustificare le aggressioni verbali e fisiche di cui sono vittime e per le quali è necessario, al di là degli interventi normativi in materia, adottare un piano di sicurezza e prevenzione attraverso adeguati e tangibili strumenti di deterrenza e protezione nei luoghi di lavoro.

A tutto questo si aggiungono i diversi temi rivendicati dal personale dipendente sui quali l’Azienda non garantisce nessuna risposta: tempi consegna-vestizione, part-time, banca delle ore, problematiche nella gestione delle mobilità tra ambiti, tempi di sostituzione assenze lunghe e definizione organici integrativi.

È necessario quindi un atteggiamento più coerente e concreto finalizzato a sostenere il personale dipendente. Al contrario, se la qualità del lavoro non migliorerà, il fenomeno di dimissioni e mobilità verso altre aziende che stiamo registrando e monitorando negli ultimi tempi sarà destinato a crescere e a essere più frequente.”