Il Giudice monocratico del Tribunale di Ravenna Adriana Forastiere ha respinto la richiesta di risarcimento danni di 100.000 euro che il Direttore Operativo di Autorità di Sistema Portuale, Mario Petrosino aveva intentato alla ex consigliera comunale Samantha Tardi.

“Sostanzialmente, il già consigliere comunale DS Petrosino accusava la Tardi di aver nuociuto alla sua reputazione per aver indovinato, attraverso l’autoinvio di una PEC, la sua vittoria nel bando di concorso per l’assunzione di un direttore operativo in Autorità di Sistema” spiega il legale difensore di Samantha Tardi, l’avvocato Alberto Ancarani.

“Tardi, invece, teneva il punto evidenziando come la propria denuncia pubblica non fosse relativa alla competenza di Petrosino, ma rappresentasse null’altro che una chiamata generale sui metodi che il sistema di potere del PD di questo territorio è solito porre in essere”.

La vicenda era iniziata il 26 Febbraio 2020 allorquando era giunta una raccomandata alla stessa Tardi che veniva invitata a pagare entro 10 giorni dal ricevimento della stessa la somma di 100.000 euro. “Questa difesa aveva ovviamente risposto picche e ciò aveva determinato l’avvio di una procedura di mediazione con esito negativo svoltasi nel giugno dello stesso anno” ricorda Ancarani.
“Era poi clamorosamente trascorso un anno e mezzo, chissà quanto casualmente, con la Tardi decaduta dal ruolo di consigliere comunale eletto essendo iniziata una nuova consiliatura, prima che Petrosino intentasse la causa vera e propria, il cui atto di citazione è datato 20.12.2021 e che ha visto nella giornata di ieri la conclusione del primo grado di giudizio”.

“Termina, perlomeno in primo grado, un tentativo ai limiti dell’intimidazione da parte del sistema di potere PD che ha costretto una cittadina non più consigliera comunale a subire le forche caudine del sistema giustizia, le spese conseguenti e l’ansia che accompagna simili percorsi, protrattosi fin qui per ben 5 anni. A questo si aggiungono le numerose pressioni arrivate per le vie brevi alla signora Tardi da vari esponenti del PD o loro sodali che la invitavano a “trovare un accordo per il tuo bene” e alla quale, senza una simile tempra, pochi forse sarebbero riusciti a resistere.
La stessa richiesta della stratosferica somma di 100.000 euro grida vendetta per l’impudenza nel formularla a fronte, come il Giudice ha ampiamente argomentato, di non aver prodotto alcuna prova circa l’esistenza di un danno realmente subìto.
L’unica cosa che manca sono le scuse alla Sig.ra Tardi, che dovrebbero giungere non tanto dal Sig. Petrosino, quanto dai vertici del sistema di potere PD, sconfitto, per una volta, almeno nelle aule di giustizia”.