“Dal maggio 2023 la Romagna è come un vascello in un mare in tempesta. Generalmente in una nave, quando si deve affrontare una tempesta, tutti remano nella stessa direzione, tutti concorrono ad azioni che possano mettere in salvo la nave. Purtroppo, qui sta succedendo il contrario, mi riferisco alle polemiche conseguenti ai fatti di Traversara, dove la tracimazione di settembre provocò il collasso dell’argine, le case distrutte, un paese in ginocchio, i singoli giudizi di quanto accaduto a secondo della propria convinzione. L’impegnativa ricostruzione dell’argine è avvenuta in coincidenza di un evento di piena che ha causato una trafilatura con la conseguente fuoriuscita di acqua da un argine appena abbozzato, ed ecco di nuovo le polemiche. Da tecnico, da libero professionista so quanto sia difficile l’operazione di ricostruzione di un argine con la piena incombente. La ricostruzione della nostra Romagna non è facile, arriva l’autunno, arrivano le piogge e i cantieri, quando si lavora nel movimento terra, vanno in difficoltà, che siano argini che siano frane.
Il pensiero va ovviamente a tutte quelle persone di Traversara coinvolte da una nuova alluvione, ai Tecnici che posso capire come si sentono nel combattere un nemico 1.000 volte più forte con un esercito specializzato ma debole nei numeri. Alle imprese che dal maggio 2023 operano sul territorio con un impegno che va ben oltre ai doveri contrattuali.
In tutto questo l’appello dei Geologi dell’Emilia-Romagna è di sbloccare i Piani Speciali e quindi iniziare la vera ristrutturazione della Romagna con opere che riducano il rischio alluvione, ma soprattutto di smetterla con le polemiche e remare insieme per uscire dalla tempesta. Il momento è di assoluta emergenza”. Lo ha affermato il geologo Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna, oggi sui luoghi colpiti dall’alluvione.