Domenica si sono tenute le elezioni provinciali, riservate agli amministratori locali con lo scopo di eleggere un nuovo consiglio provinciale. In provincia di Ravenna ha vinto la lista di centrosinistra “Insieme per la provincia di Ravenna”, con 164 voti e l’elezione di 8 consiglieri. Alla lista di centrodestra “Ravenna per la Romagna” sono andati 74 voti, 4 i consiglieri eletti.

La Lega, attraverso alcuni esponenti, ha voluto commentare l’esito delle elezioni: “Vorrei congratularmi con gli eletti del centrodestra, in particolare con l’amico Padovani e il candidato della Lega Francesco Martelli, senza dimenticare Vicari di Fratelli d’Italia e Minardi Forza Italia” commenta Andrea Liverani, consigliere regionale del Carroccio.

“Padovani ha ricevuto un gran numero di voti, e su questo punto voglio evidenziare un messaggio chiaro: la gestione del partito Lega a livello locale non può essere affrontata in modo personale, ma deve essere vista come una vera e propria squadra. Con le prossime elezioni comunali di Faenza all’orizzonte, questa mancanza di unione non è un buon segnale. Speriamo cambi qualcosa”.

Al momento non ha voluto commentare le parole del consigliere regionale il diretto interessato alle critiche, il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna: “Grande soddisfazione per l’elezione del consigliere comunale di Lugo Francesco Martelli nel Consiglio provinciale di Ravenna. Appare tuttavia sempre più indispensabile superare la fallimentare legge ‘Delrio’ che ha smantellato le Province come enti di primo livello. È urgente un riassetto che reintroduca l’elezione diretta del presidente e dei consiglieri con la partecipazione attiva degli elettori in quanto il diritto elettorale riservata ai soli amministratori comunali rappresenta un grave vulnus nel rapporto con i cittadini amministrati che, con ogni evidenza, sono esclusi da ogni valutazione sull’indirizzo politico-amministrativo dell’Ente. La legge Delrio, varata dal governo ‘Renzi’, non ha apportato né più semplificazione, né più efficienza, né più risparmio, producendo al contrario più disgregazione, meno trasparenza e meno servizi indispensabili al territorio, soprattutto ai piccoli comuni e alle aree collinari e montane”.