La deputata PD Ouidad Bakkali è intervenuta per rispondere alle dichiarazioni di Alice Bonguerrieri.
«Non ci aspettavamo molto di più, era chiaro nelle dichiarazioni di questi mesi – ormai più di un anno -, nei ritardi, nelle polemiche quotidiane contro i territori colpiti e chi li amministra, che di concrete ricostruzioni non ne avremmo viste, che, come oramai è evidente dalla misurazione dell’efficacia dell’ azione di governo, oltre la propaganda, non si riesce davvero ad andare.
Molti di noi – romagnoli, toscani, marchigiani, chi abita nei Campi Flegrei – abbiano sperato fino all’ultimo che, dopo 17 vittime in Romagna, le decine di migliaia di sfollati, i 10 miliardi di danni stimati in Emilia Romagna, la straordinaria prova di resistenza e di forza delle popolazioni e dei nostri sistemi produttivi, la postura istituzionale di questo Governo sarebbe stata all’altezza del grido d’aiuto che arrivava da questi territori.
Ci saremmo aspettati un richiamo allo spirito di unità nazionale, una volontà fattuale di cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, perché risorse finanziarie, umane, strategie e provvedimenti procedessero all’unisono, nell’esclusivo interesse pubblico e di chi ha perso tutto. Invece no.
Questo Governo è in stato confusionale. Questo provvedimento è pasticciato, è un collage di tanti provvedimenti: si mettono insieme le ricostruzioni, i grandi eventi, i due provvedimenti sui Campi Flegrei.
Tanta confusione quindi, accompagnata dal tradimento delle promesse fatte nell’ora più buia che hanno vissuto queste popolazioni. Abbiamo assistito al calcolo politico ed elettorale elevato a politica pubblica, bagarre istituzionali puntualmente provocate dagli esponenti di primo piano delle forze di Governo di questa maggioranza.
Ma la propaganda non ricostruisce. Gli attacchi scomposti agli enti locali e ai sindaci che hanno gestito le emergenze non stanno risarcendo nessuno. Le notizie false manipolate sulle risorse non ne stanno facendo giungere altre laddove ce n’è bisogno;
Farebbe sorridere se non stessimo qui a parlare di territori devastati e se non fosse che vice ministri che si occupano di infrastrutture e grandi opere o personalità candidate a presiedere una regione, dimostrano di non conoscere l’iter delle opere pubbliche o la differenza tra lavori progettati, appaltati, assegnati e come questi vengano computati dentro ai bilanci dei comuni o alle rendicontazioni, perché la polemica costruita ad arte contro de Pascale sta davvero in poco posto.
Le cifre di cui si parla riguardano le opere definite di ripristino, che sono già state integralmente spese; le altre, che si dice che siano state spese solo per l’1,5 per cento del totale, in realtà sono, in 6 mesi, già state integralmente progettate da una singola macchina comunale – 30 milioni di euro- e tra agosto e settembre usciranno le gare.
Ma in realtà siamo noi, sono le popolazioni che a questo governo devono porre domande sulle cifre e sulle risorse che mancano.
Gli 1,2 miliardi promessi dall’elicottero dalla presidente Meloni dal Fondo PNRR dove sono finiti ? Dopo le sicure falcate della Presidente con gli stivali nel fango e i giri in elicottero, ancora non abbiamo notizie di come saranno disponibili e se lo saranno ancora.
Le cifre che sono state date oggi sono tutt’altre e credo non possano che aumentare il senso di delusione e di frustrazione delle popolazioni che hanno perso tutto, o quasi: 6.000 euro a famiglia per un evento calamitoso che ha come principale danno proprio il bene mobile. Tutto qui? Davvero la dignità, la resistenza delle famiglie e la volontà di rialzarsi dopo quanto è successo vale, per voi, un misero indennizzo di 6.000 euro?
Non troviamo ragione credibile perché il massimale non accolga la richiesta di 30.000 euro che abbiamo suggerito.
I fondi ci sono: 1,9 miliardi, composti da 1,2 miliardi dell’apposito Fondo e i 700 milioni del credito d’imposta su cui avete impiegato un anno prima di inserirli dentro ai provvedimenti. Ad oggi, sulla ricostruzione privata sono stati spesi 14 milioni di euro a fronte, appunto, di quasi 2 miliardi disponibili.
Le popolazioni dell’Emilia-Romagna continuano a mandare segnali molto chiari su come giudicano, ad oggi, dopo più di un anno, la gestione di questo governo sull’alluvione.
Non ci siamo fatti intimidire da chi ha ricattato, in campagna elettorale, le nostre comunità, dicendoci che coloro i quali erano diretti o etero-diretti dal PD non avrebbero visto nemmeno quei 6.000 euro.
Continueremo a criticarlo, questo governo, e a chiedere quanto promesso alle popolazioni colpite.
Le popolazioni alluvionate hanno bocciato il governo senza appello alle ultime amministrative, hanno bocciato il cinismo politico. Alle ultime amministrative i romagnoli hanno riconfermato tutti i sindaci e le sindache della provincia di Ravenna su cui avete cercato di scaricare le colpe. A Brisighella 19 voti è stato il distacco tra i due candidati e che ha riconfermato la destra. Unico comune su 14.
Alcuni sono stati rieletti con il 70 per cento dei consensi, per non parlare del presidente Bonaccini che gli elettori del Nord-Est hanno premiato con quasi 400.000 preferenze, chiedendogli di proseguire il suo impegno istituzionale vicino alla scadenza in Emilia-Romagna e di proseguire il suo lavoro in Europa. Vi hanno risposto i cittadini e le cittadine di questi territori su cosa ne pensano dei vostri 6.000 euro.
Non c’è nessun progetto e nessuna risorsa sulla prevenzione e sulla protezione delle popolazioni che abitano territori fragili.
Dovremmo invece avere risposte chiare su alcune questioni che qui mancano: cosa abbiamo fatto nel mentre? Abbiamo lavorato sul dissesto idrogeologico? Abbiamo rigenerato le montagne e le aree collinari? Abbiamo concluso le opere speciali, le opere strategiche e l’infrastrutturazione idraulica delle nostre città? Abbiamo riorganizzato a dovere la Protezione civile? Questo decreto risponde chiaramente “no” a queste domande dimostrandosi inefficace sia sul presente che sul futuro dei nostri territori.»