Nella giornata di ieri, Auser di Massa Lombarda in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, Festa de Pargher e Avis Comunale di Massa Lombarda ha accolto nelle proprie strutture 10 bambine e bambini del Saharawi, popolo originario della zona del Sahara occidentale. Il progetto, iniziato nel 2015, è ripartito dopo l’emergenza Covid.
Il Sahara occidentale, per le sue importanti risorse minerarie e il suo strategico sbocco sul mare, è sempre stato nella storia una preda per le mire coloniali di molti paesi. La storia del popolo Saharawi cambia tragicamente dal 1975 quando il vicino Marocco, approfittando della situazione e interessato ai loro beni, ha occupato le terre e ha costretto la popolazione locale a difendersi e fuggire. Nonostante un abbozzo di accordo nel 1999, la situazione è in stallo e oggi la popolazione del Saharawi è divisa tra Marocco e una vita da nomadi. La parte più numerosa, ovvero 200mila persone risiede nei campi profughi nell’estremo sud dell’Algeria, in una delle zone più anguste del mondo a causa del forte caldo d’estate e del rigido freddo di inverno. La zona desertica e ventosa concessagli si chiama Hammada e si trova tra Tindouf e la Mauritania. Ogni accampamento ha il nome di una città del Sahara occidentale per evidenziare il legame con la terra lasciata e i vari campi profughi sono autogestiti in primis da donne ed organizzati in province per gestire al meglio i settori chiave come educazione, sanità, giustizia, approvvigionamento alimentare e artigianato. La popolazione del Saharawi vive di aiuti umanitari, molti dei quali arrivano dalle organizzazioni internazionali e dai singoli governi.
Il Sindaco di Massa Lombarda Stefano Sangiorgi ha salutato i bambini presenti e ha affermato: mi complimento sentitamente con Auser e le altre associazioni che hanno messo in campo i propri valori per accogliere questi ragazzi provenienti da una delle zona più difficili del pianeta. I piccoli ospiti del Saharawi ci lasciano molto più di ciò che noi restituiamo a loro. Sono un esempio di fierezza, umiltà e veri sacrifici, siccome risiedono in campi profughi dove l’acqua viene centellinata ed è assente la certezza di crescita personale e sociale. Questo incontro è stato un momento emozionante per tutti noi che spesso diamo tutto per scontato.
Dall’Auser dichiarano: “Il progetto di accoglienza con Auser Ravenna verso la popolazione del Saharawi è iniziato nel 2015 in collaborazione con l’associazione Kabara Langdaf di Reggio Emilia la quale si fa carico in modo particolare delle cure dei bambini, in quanto spesso arrivano malati di calcolosi renali e di celiachia. Purtroppo il progetto è stato interrotto a causa della pandemia da covid-19 e quest’anno con grande gioia i piccoli ambasciatori di pace sono tornati da noi. I 10 bambini e i due educatori sono stati ospitati dal 23 al 31 luglio al Centro Ricreativo Culturale Auser di Casalborsetti e accolti in primis dai nostri volontari che condividono con loro tutto il periodo di presenza a Casalborsetti. Oltre a giornate al mare abbiamo organizzato diverse attività di visita in varie zone della provincia come Massa Lombarda. Il nostro obiettivo è stato quello di coinvolgere i bambini in ambienti salubri e interessanti per loro.”