I funzionari ADM dell’Ufficio di Ravenna unitamente ai finanzieri del 2° Nucleo Operativo del Gruppo di Ravenna, hanno rafforzato il dispositivo di vigilanza a contrasto dell’illecita importazione di prodotti non conformi alla normativa comunitaria.
In particolare, sulla base di una attenta analisi dei rischi di irregolarità, è stato sottoposto a visita doganale un container di prodotti cosmetici la cui campionatura, analizzata presso un laboratorio chimico, ha evidenziato la presenza di butylphenyl methylpropional, una sostanza conosciuta come “Lilial” e classificata come cancerogena, mutagena e reprotossica, il cui impiego è vietato nei prodotti cosmetici dal Regolamento (CE) n. 1223/2009, in ragione del pericolo che essa rappresenta per salute dei consumatori.
Pertanto, la partita di merce è stata sottoposta a sequestro penale ed il responsabile è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ravenna per i reati di cui agli artt. 3 e 10 del D. Lgs. n. 204/2015.
L’attività di specie si colloca nell’ambito delle iniziative assunte in virtù del protocollo d’intesa siglato tra Agenzia delle Dogane e Monopoli e la Guardia di Finanza, nella prospettiva di incrementare ulteriormente la sinergia istituzionale ai fini dell’intensificazione dei controlli in materia di sicurezza prodotti.
Ciò al fine di preservare il mercato dalla diffusione di merce non conforme agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale ed europea e, quindi, potenzialmente pericolosa e nociva per la salute pubblica.
L’attività condotta da ADM e GdF costituisce un’opportunità per invitare i consumatori a verificare sempre prima dell’acquisto, la composizione dei prodotti cosmetici, riponendo particolare attenzione alle sostanze in essi presenti.
L’azione di servizio condotta, inoltre, testimonia l’impegno sia del Corpo quale polizia economico-finanziaria sia dei Funzionari ADM a presidio dei confini, orientati entrambi alla repressione di tutti gli illeciti che possano rivelarsi, come nel caso specifico, distorsivi della leale concorrenza tra gli operatori poiché, all’impiego di materiali o sostanze non consentite, si accompagna generalmente una riduzione dei costi di produzione.