“Quello di oggi, 16 luglio, è o dovrebbe essere un anniversario importante. Cinque anni fa, il 16 luglio 2019, su iniziativa del Sindaco Michele de Pascale, il Consiglio Comunale approvava la mozione per la dichiarazione di emergenza climatica. Si trattava di un’iniziativa coordinata a livello regionale che, infatti, sarebbe sfociata di lì a pochi giorni, il 5 agosto, anche in una delibera della Giunta Regionale dopo un apposito ordine del giorno approvato il 23 luglio dall’Assemblea Legislativa. Evidentemente si cercava di cavalcare la diffusa sensibilizzazione al cambiamento climatico ed ai suoi disastri additati tra l’altro ai governanti del mondo dal movimento dei Fridays for Future. Girano ancora in rete fotografie di de Pascale che si affaccia dal balcone di Palazzo Merlato in compagnia di tre giovani del movimento ed altre in cui lo stesso Sindaco pianta improbabili pianticelle…
Al di là della volontà del PD di capitalizzare una sensibilità diffusa in tema di conseguenze derivanti dal sistema di produzione entro cui viviamo, resta l’importanza dell’iniziativa. Per comprenderne il significato è utile riprenderne almeno alcuni dei più importanti passaggi. Si diceva che:
«Visti i dati allarmanti sul riscaldamento globale che, salvo azioni immediate, provocheranno un aumento di temperatura superiore ai 3 gradi centigradi entro il 2100, con effetti devastanti sull’ecosistema terrestre e sulla specie umana; dato che il Rischio Climatico è una realtà che riguarda particolarmente il territorio ravennate, nello specifico per: Erosione costiera, Ingressione salina, Alluvioni, Siccità, Eventi meteo estremi (grandinate, trombe d’aria, ondate di calore); dato che il territorio è stato testimone di eventi meteo estremi, in parte riconducibili agli effetti del Cambiamento Climatico, come: forte mareggiata a Lido di Dante (Ra) nel febbraio 2015 e ottobre 2018; erosione costiera costante; fortunale atmosferico a giugno 2017, siccità prolungata su tutta la Regione nell’estate 2017, rischio esondazione fiume Savio nel maggio 2019 e sempre più frequenti forti ondate di calore.
SI RICHIEDE
- Di dichiarare lo stato di Emergenza Climatica e Ambientale, riconoscendo l’importanza delle scelte politiche (ambientali, sociali ed economiche) per limitare l’impatto del Cambiamento Climatico;
- Di attuare ogni sforzo possibile, in relazione alle competenze del Comune di Ravenna e promuovendo un’azione politica verso Regione, Stato ed Unione Europea per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 °C, tendere ad un obiettivo di azzeramento delle emissioni nette di gas climalteranti al 2050.
- La massima priorità al contrasto al cambiamento climatico nell’agenda dell’Amministrazione comunale, tenendo conto in ogni azione amministrativa o iniziativa degli effetti che questa comporta sul clima».
Come Ravenna in Comune apprezzammo e appoggiammo l’iniziativa ma mettemmo subito in chiaro (assieme al gruppo misto) cosa pensavamo di chi la considerava unicamente un ennesimo spot di una campagna elettorale senza fine:
«Con l’approvazione odierna della mozione con cui il Comune di Ravenna chiede allo Stato il riconoscimento dell’emergenza climatica, oggi noi consiglieri comunali, a nome dei cittadini, abbiamo preso un impegno forte davanti ai tantissimi ragazzi del “Fridays for Future”. Del resto questa richiesta forte e chiara non poteva che venire dai giovani, in quanto non sono mossi da interessi economici che li frenino, li rallentino, o suggeriscano loro dei compromessi.
Come anche riportato nel documento che abbiamo votato, non ci rimane molto tempo per cambiare stile di vita, per cambiare il tipo di fonti di energia da cui approvvigionarci, perché entro il 2050 dobbiamo arrivare all’azzeramento delle emissioni nette di gas climalteranti, passando dal taglio delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030. Ormai sta passando anche il periodo di transizione individuato in una trentina d’anni, che ci eravamo preposti, per passare dall’utilizzo di fonti fossili, all’energia rinnovabile, e abbiamo fatto troppo poco, preoccupandoci di supportare il guadagno di pochi a discapito di molti.
Noi chiediamo che l’impegno di oggi non sia volto solo a tranquillizzare le nostre coscienze, ma deve essere lo stimolo per un nuovo modo di fare politica. Questo documento deve spingerci, ad esempio, a piantare più alberi, per creare nuovi polmoni verdi soprattutto nella pianura padana, uno dei territori più inquinati al mondo, proprio perché disboscato quasi completamente. Questo documento deve farci riflettere su ogni metro quadrato che andiamo ad impermeabilizzare con nuove costruzioni, perché non ce lo possiamo più permettere. Dobbiamo spingere sul recupero dell’esistente, come del resto già previsto dalla legislatura vigente. Basta eccezioni!
Questo documento deve incentivare le nostre scelte energetiche, portandoci verso l’elettrico rinnovabile, per abbandonare definitivamente il fossile. Questi sono quindi gli impegni che dovremo prendere quotidianamente, Soprattutto nelle piccole/grandi scelte che effettueremo in consiglio comunale, dove dovremo essere coerenti rispetto ciò che riporta questa mozione. Ricordiamoci che, malgrado i nostri tentativi di distruzione, la natura si salva e si ripara sempre. Chi invece rischia di estinguersi per le proprie azioni è l’uomo».
Oggi, dopo cinque lunghi anni in cui quel de Pascale, che pur aveva parlato al balcone di dare a quei temi la massima priorità, non se n’è assolutamente curato, ci tocca pure leggere della sua candidatura a sostituire Bonaccini. E ci tocca leggere una dichiarazione in cui lo stesso Sindaco parla di quelle che sarebbero le sue priorità: «La salute pubblica prima di ogni altra cosa, sia a difesa del servizio sanitario nazionale, che rischia il collasso, sia su una nuova visione della prevenzione. E poi il contrasto al dissesto idrogeologico e una transizione ecologica più ambiziosa riguardo agli obiettivi di decarbonizzazione e di azzeramento del consumo di suolo e più concreta nella sua applicabilità reale, accompagnando filiere produttive e fragilità sociali nel cambiamento».
Dell’appello alla salute da parte di un soggetto complice con tutto il PD dello sfascio sanitario pubblico in quella che una volta era una eccellenza europea, ci sarebbe già da ridire. Ma fa addirittura urlare “ma non si vergogna?” tutto il resto. Come faccia a non andarsi a nascondere considerate le ridicole accuse da lui lanciate agli ambientalisti che gli avrebbero impedito chissà cosa, le delibere di cementificazione da lui adottate sistematicamente anche in tutti i territori andati sotto a maggio 2023, la sua mancata cura del territorio che ha comportato per tutti gli anni di nostra presenza in Consiglio il motivato voto contrario al bilancio preventivo, i sostegni che ha fornito in tutti i modi alla lobby del fossile qualunque costo comportassero per la collettività…
Ravenna in Comune ricorda ugualmente l’anniversario. Non è memoria di un’occasione perduta, che sarebbe poi l’ennesima. È piuttosto un richiamo per l’imminente futuro, quando saremo chiamate e chiamati al voto anticipato regionale. Ci rammenta che la parola di de Pascale non è qualcosa su cui si possa contare, a meno che le promesse non siano rivolte ai trafficanti dell’immobiliare o del gas metano. Sottolinea anche come siano in cattiva fede quanti fanno finta di credergli pur di lucrare un posto in Consiglio o in Giunta: i programmi sono solo belle parole che si dimenticano facilmente una volta seduti su scranni e poltrone. La dichiarazione di emergenza climatica può servirci da guida elettorale, una prova per la scelta politica, rammentando che la destra scelse di non votarla e il centrosinistra, che pur l’aveva proposta, di non rispettarla. Nella speranza di trovare sulla scheda altre proposte in grado di superare la prova”.
Ravenna in Comune