Il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna torna ad occuparsi degli otto Consorzi di Bonifica presenti in Emilia-Romagna e lo fa con un’interrogazione depositata oggi dalla capogruppo Silvia Zamboni con la quale la consigliera chiede l’entità delle imposte incassate dai Consorzi nel 2023. Gli otto consorzi emiliano-romagnoli sono così denominati: Consorzio di Bonifica di Piacenza, Consorzio della Bonifica Parmense, Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale nel reggiano, Consorzio della Bonifica Burana nel modenese, Consorzio della Bonifica Renana nel bolognese, Consorzio di Bonifica della Romagna, Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara.
Nelle premesse l’atto ispettivo ricorda che i Consorzi di Bonifica sono regolati dalla legge regionale n. 42 del 1984 e sono costituiti fra tutti i proprietari degli immobili censiti in catasto che traggono beneficio dalle loro attività. Oltre a curare l’esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica, i Consorzi di bonifica hanno competenze statutarie anche nell’ambito della sicurezza idraulica, nella gestione delle acque destinate all’irrigazione e nella tutela del patrimonio ambientale e agricolo.
I Consorzi finanziano le loro attività attraverso l’imposizione di una contribuzione a carico dei cittadini che assicura a ciascun Consiglio di amministrazione una disponibilità di fondi nell’ordine delle decine di milioni di euro ogni anno. La partecipazione alle elezioni per la nomina e il rinnovo dei Consigli di amministrazione dei Consorzi di Bonifica è storicamente estremamente bassa. Nel 2015 la percentuale dei partecipati effettivi rispetto agli aventi dritto andava da un minimo dello 0,2% nelle elezioni del Consorzio di Bonifica della Romagna, all’1,52% nel caso del Consorzio della Bonifica Burana. Nelle successive elezioni tenutesi nel 2020, in periodo di epidemia da Covid, l’affluenza è ulteriormente crollata raggiungendo livelli di affluenza di poche centinaia di elettori: 260 elettori su 168mila a Ferrara, 700 su 173mila a Parma, 912 su 163 mila a Modena, 565 su 262mila a Bologna, 372 su 134mila nella Romagna occidentale e 327 su 428mila nella Romagna orientale.
“Nel corso del mandato ho più volte interrogato la Giunta regionale sul basso indice di rappresentatività degli organi di governo dei Consorzi di Bonifica a causa dell’irrisoria percentuale di aventi diritto al voto che partecipa alle elezioni consortili per il rinnovo dei CdA, sollecitando l’adozione di sistemi di votazione telematica per facilitare la partecipazione al voto” – afferma Silvia Zamboni, vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e Capogruppo di Europa Verde. “Il voto elettronico era previsto dalla riforma del 2010 dell’articolo 17 della Legge regionale 42/1984, ed è rimasto in vigore – pur senza essere applicato concretamente – fino al 28 luglio 2023, quando l’Assemblea legislativa, attraverso una modifica introdotta nelle “Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025”, ha eliminato la previsione dell’introduzione del voto elettronico per i Consorzi di Bonifica, ovviamente col voto contrario di Europa Verde.
Negli scorsi anni ho interrogato la Giunta sull’entità delle imposte consortili, imposte che nel 2023 si dice abbiano registrato un forte incremento rispetto all’anno precedente.
Per avere un quadro completo e aggiornato, con l’interrogazione depositata oggi chiedo alla Giunta a quanto ammontano i contributi raccolti dai diversi Consorzi di Bonifica in ciascuno degli ultimi quattro anni e, in particolare, quale è stato l’aumento delle tasse nel 2023 rispetto all’anno precedente, quali iniziative sono state intraprese per aumentare la partecipazione alle elezioni dei Consorzi di Bonifica e quale è stata l’affluenza al voto nelle elezioni Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale tenutesi nel 2023, le ultime in ordine di tempo”.